In pratica, la memoria firmata dal Procuratore dello Stato Francesco Vignoli, dopo avere escluso la chiamata in causa del Ministero degli Esteri spiega che "…grava sul privato l’onere di informarsi sulle condizioni di ammissibilità per soggiornare nel Paese estero". La vicenda come noto ruota intorno al respingimento dei coristi del Nives nel maggio del 2007, quando non fu loro possibile entrare in Ucraina e dovettero sostare in aeroporto a Kiev per poi tornare mestamente in Italia, rinunciando alla loro esibizione (a scopi benefici) all’estero, al termine di una vera e propria odissea in giro per l’Europa. Per quanto accaduto i premanesi chiedono 50mila euro tra risarcimento spese e danni morali.
La difesa di Questura e Viminale – cioè l’Avvocatura dello Stato – dice in sostanza che doveva essere cura dei viaggiatori informarsi sul fatto che il passaporto collettivo concesso dalla Questura di Lecco non fosse valido per l’Ucraina. Versione che viene seccamente respinta dalla controparte. "Sul documento rilasciatoci dall’Ufficio Passaporti di Lecco" replica Stefano Gianola, presidente del Coro Nives "c’era scritto chiaramente ‘Valido dal 2 al 5 maggio – Ucraina‘. Dunque se la Questura dice a un gruppo di persone in partenza che quel passaporto è valido per l’Ucraina, che senso ha doversi informare ulteriormente? Noi ci siamo informati, certo: per l’appunto da loro…".
La questione promette di avere molti colpi di scena. Formalmente nei prossimi mesi verranno depositate tre memorie da parte dei legali del coro. A conclusione, a metà febbraio, ci saranno 90 giorni per l’esame da parte dell’Avvocatura dello Stato della documentazione prodotta. Quindi, il 25 maggio del 2011 la prossima udienza. Già decisiva?
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CHI E’ L’AVVOCATO DELLO STATO
che ha firmato la memoria difensiva
Francesco Vignoli (qui con la maglia della Nazionale Magistrati di calcio)
è nato il 28.12.1974. E’ Procuratore dello Stato presso l’Avvocatura Distrettuale
dello Stato di Milano.
I PROTAGONISTI: QUESTURA E MINISTERI
Il Coro Nives tramite l’avvocato Maria Grazia Corti di Lecco (che si appoggia al collega milanese Ferrante) ha chiamato in causa l’ufficio passaporti – dunque la Questura – di Lecco e il Ministero degli Interni (Maroni). Perché? In realtà l’unico legittimato a resistere nel giudizio è proprio il Viminale, dato che una sentenza della Corte di Cassazione definisce la Questura "organo interno all’Amministrazione Centrale dello Stato privo di autonoma soggettività". In realtà nelle carte processuali si parla anche del Ministero degli Affari Esteri (Frattini) dato che quando rilascia passaporti la Questura è come se lavorasse appunto per questo secodno dicastero. Al proposito, il dott. Vignoli dedica un paio delle sette pagine di memoria difensiva proprio al ruolo della Farnesina, definita "del tutto estranea alla vertenza" e giudica "inspiegabile" che l’amministrazione degli Affari Esteri sia stata convenuta.