CENTRO VALSASSINA – La questione è maledettamente tecnica, dunque per farla comprendere ci vorrà qualche riga più del solito. Ma ne vale la pena, perché trattasi di argomento importante, che riguarda parecchie migliaia di valsassinesi: non solo gli abitanti dei paesi dell’attuale Unione del Centro Valle ma anche quelli dei Comuni contermini, interessati a questo autentico “Risiko amministrativo“.
Partiamo dai dati di fatto: l’Unione non sta bene, certo, ma malgrado i tentativi di sfasciarla, partiti con l’annuncio “in solitaria” del sindaco di Introbio Airoldi, alcuni paesi vogliono tenerla in piedi. E cercano di evitare che vada a gambe all’aria di colpo. Per questo, Pasturo, Primaluna, Cortenova e Parlasco avevano condiviso un percorso che prevedeva la cancellazione di un articolo dello Statuto della stessa Unione (ecco la parte “complicata” della vicenda”). Oggi come oggi infatti, se un singolo ente locale abbandona il gruppo, questo si scioglie in automatico; e il 30 settembre di quest’anno è la data ultima per aggiornare quel regolamento interno; per questo, vista l’imminente uscita di Pasturo (il cui consiglio comunale a breve dovrebbe approvare il progetto di abbandono), c’era e c’è da far passare nei diversi consigli la modifica dello Statuto. Appunto, entro la fine del mese.
Dove sta l’inghippo? I Comuni erani pressoché d’accordo tutti, ma ad oggi solo Parlasco ha dato l’ok al cambiamento. Pasturo e Primaluna lo faranno nei prossimi giorni, con regolare passaggio consiliare mentre invece Cortenova l’altra sera ha bloccato tutto, rinviando il voto. E se non ce la farà a riconvocare rapidamente il consiglio e ad approvare quella piccola modifica, sarà il caos. O meglio: dato che Pasturo sembra intenzionata a mollare, in quel caso l’Unione che invece altri paesi vorrebbero continuare a perseguire si sfascerebbe, per legge. Con imbarazzo evidente per chi (Guido Agostoni e la sua amministrazione) vuole uscirne ma come dire “senza fare danni”.
Insomma, tutto ruota intorno a quanto accadrà nelle prossime ore a Cortenova. E non sembrino oscuri giochi tecnico-burocratici: qua si parla di cose di tutti i giorni, delle convenzioni che legano i Comuni per fatti come Polizia Locale, rifiuti, scuolabus, anagrafe e quant’altro. E non solo. Le famose unioni sono “propedeutiche” alle ineludibili fusioni tra Comuni, che devono avvenire sempre per legge entro 10 anni. Sapere con chi ci si unisce equivale a capire con chi si condividerà lo stesso municipio, prima o poi.
Dunque è tutt’altro che secondario il dibattito di queste settimane, che avrà a brevissimo una svolta in un senso oppure in un altro. Confronto che presenta pure aspetti di scontro politico, dei quali tratteremo però in un altro articolo su VN.