MARGNO – E’ ancora piena di misteri la vicenda della tentata cattura degli animali ospitati nel parco faunistico ai Piani delle Betulle. Valsassinanews ha cercato di ricostruirla su sollecitazione di numerosi lettori.
La scorsa domenica degli ancora ignoti addetti alla cattura degli ungulati si sono introdotti nel recinto del parco faunistico ai Piani delle Betulle con lo scopo di trasportare i cervi e i caprioli lì ospitati. Il tutto sotto la supervisione del sindaco di Margno, Giuseppe Malugani – come da lui stesso dichiarato in quanto il parco è di proprietà del Comune -, e, stando a quanto riferitoci, su mandato del liquidatore della KWA, la cooperativa sociale galbiatese che aveva in gestione la struttura. La Cooperativa è in fallimento dallo scorso aprile.
I tentativi di cattura, in quella domenica di ponte dell’Immacolata, hanno attirato l’attenzione di residenti e turisti, tanto da costringere, per discussioni scaturite con gli addetti o per aver particolarmente irritato gli animali, a sospendere le operazioni.
Martedì una cerva è stata ritrovata morta, senza segni esterni di violenza. Mercoledì mattina gli agenti del Corpo Forestale hanno prelevato la carcassa ed ora sappiamo anche con certezza che l’animale presentava traumi interni, nello specifico almeno una costola fratturata.
Fin qui tutto liscio come l’olio. Si fa per dire.
Negli scorsi giorni ce ne siamo occupati ampiamente portando all’attenzione numerosi dettagli. Il lettore più attento si sarà accorto però di non poche incongruenze all’interno delle ricostruzioni e delle testimonianze.
A questo punto, prima di proseguire la lettura e aprire la pagina dei misteri, il nostro invito è di rileggere con attenzione gli articoli di questa settimana.
“PARCO DEGLI ORRORI ALLE BETULLE? CERVI RINCORSI CON BASTONI E CANI, UN ESEMPLARE MORTO, PUZZA DI BRACCONAGGIO. E NON SOLO
Mercoledì 9 dicembre 2015
CERVI AL PARCO DELLE BETULLE, LA VERSIONE DEL SINDACO: “ERO PRESENTE, TUTTO REGOLARE. IL PROBLEMA E’ IL PARCO”
Giovedì 10 dicembre 2015
PARCO DELLE BETULLE, IN SINDACO DI MARGNO: “SIAMO RIMASTI SOLI, ORA BASTA. NON METTEREMO ALTRO DENARO”
Venerdì 11 dicembre 2015
… Solo non si vedono i due liocorni
La prima incongruenza ci riporta un po’ all’arca di Noè. Nel parco vivono un imponente cervo, con una cerva, un cerbiatto già cresciuto e un cerbiatto. Una seconda cerva è quella morta.
Il recinto è condiviso anche con dei caprioli, e qui sorge il primo dubbio. Quanti?
Mercoledì il comandante provinciale della Forestale Andrea Turco disse: Per il momento restano invece nel recinto gli altri animali presenti nel parco all’arrivo dei forestali, cioè “un altro cervo e due caprioli”.
Nell’articolo di venerdì inserimmo un filmato del 2012 nel quale si mostrava la liberazione di due caprioli all’interno del parco.
Infine possiamo affermare che nessun capriolo abbia ufficialmente lasciato la zona protetta. Non vi sono documenti che ne certifichino la morte o un qualsivoglia trasferimento.
Tuttavia giovedì il sindaco di Margno ha affermato che nel parco, domenica, prima che la cerva morisse, vi erano cinque esemplari di cervo e un capriolo, femmina.
Altre testimonianze parlano di un solo capriolo. Ed effettivamente anche noi, dopo un sopralluogo dei nostri inviati, non possiamo che dare ragione al sindaco (oppure riconoscere che un secondo capriolo ha saputo nascondersi davvero bene).
CSI Scena del Crimine Betulle
Veniamo ora al decesso della cerva. I tentativi di cattura confermati dal sindaco risalgono a domenica; stando sempre alla sua testimonianza una cerva sarebbe entrata docilmente nel piccolo recinto, l’altra, più restia ad abbandonare il recinto grande e definitivamente spaventata dai cani dei turisti, avrebbe impegnato invano gli sforzi dei “cacciatori”.
Martedì una delle due cerve è stata trovata morta. E sempre seguendo le indicazioni del primo cittadino, non si tratterebbe della cerva più ostinata ma di quella che autonomamente passò nel piccolo recinto.
Testimonianze parlano di lingua blu; fonti attendibili per ora confermano i traumi interni e la totale assenza di segni esterni (graffi, abrasioni…). Nella settimana entrante è atteso il responso dell’istituto di zooprofilassi valtellinese che certamente aiuterà a chiarire le cause della morte. Ricostruire invece dinamica ed eventuali responsabilità richiederà altro genere di analisi.
L’ectoplasma KWA: sconosciuto ma “onnipresente”
Kwa Kusaidia è una cooperativa sociale che ha lo scopo di creare opportunità di lavoro per le persone svantaggiate. “Kwa Kusaidia” in lingua Swaili significa “per aiutarsi”. Testuale dal sito della società con sede a Galbiate e ora in liquidazione. Parlando di KWA apriamo una parentesi sulla proprietà degli animali: alla cooperativa spetterebbe la proprietà degli esemplari del centro faunistico, esclusi i due cervi acquistati a suo tempo dalla provincia. Anche su questo aspetto non vi è chiarezza, ma ne potremo sapere di più non appena verranno analizzati i microchip delle bestie. Chiusa, per ora, la parentesi.
Ancora impossibile per noi parlare con un responsabile (o ex responsabile), la KWA come detto è ora in mano a un liquidatore. Il suo sito web però promuove ancora tutte le attività offerte dalla cooperativa: campionari pubblicitari, arredo, abbigliamento ed articoli promozionali, manutenzione aree verdi. Inoltre la coop vantava la realtà dell’agriturismo Forte di Fuentes, a Colico (ora senza più riferimenti e nemmeno pagina web). Curiosamente, il sito non fa alcun riferimento al parco faunistico delle Betulle: avere in giardino una famiglia di cervi pare non essere motivo di vanto e promozione.
Eppure, animali a parte, la KWA è davvero molto presente nella verde valle dei sassi. Il logo della cooperativa sociale è ben visibile su numerose bacheche informative distribuite tra i paesi della Valsassina e della Riviera orientale (nelle immagini la bacheca di fronte alla sede della Comunità montana in località Fornace di Barzio; le stesse bacheche informative promosse sul sito della KWA). Belle e funzionali, non c’è che dire.
Non semplice poi (quasi un altro “mistero”) comprendere le ragioni che possano portare un’azienda specializzata in bacheche e cura del verde ad assumere la gestione di un parco faunistico destinato a turisti e scolaresche, con recinti per grossi animali e voliere per uccelli e rapaci.
Con ogni probabilità queste non saranno le uniche questioni in sospeso sul Parco faunistico delle Betulle, un sogno naturalistico che potrebbe entrare meritatamente nelle mappe dei misteri nelle quali già fa mostra di sé, per motivi ben più inconsistenti, la spettrale Villa De Vecchi.
Cesare Canepari