CASSINA VALSASSINA – 16.463,95 euro: questo il preventivo di spesa che il Comune di Cassina ha confermato nell’ambito della controversia con Moggio per le antenne radio-telefoniche in località Zucco della Croce. Dopo i precedenti tentativi di conciliazione prima in Prefettura poi davanti all’Organismo di Mediazione dell’Ordine degli Avvocati di Lecco (gennaio 2014) – entrambi senza esito, ndr -, il piccolo ente locale dell’Altopiano ha deciso di affidare la vertenza allo Studio Legale Associato Coviello Maggioni di Oggiono, nelle persone degli avvocati Daniela Coviello e Andrea Maggioni. Con l’obiettivo di “promuovere giudizio avanti al competente TAR”.
Insomma, la “guerra delle antenne” si inasprisce e finisce davanti al Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia. Ma ripercorriamo la breve storia di questa “disfida” tra piccoli paesi, neanche mille abitanti in tutto, che si affrontano a causa dei proventi del business delle antenne TV e per la telefonia cellulare.
La storia inizia una decina di anni fa. La Rai si vede poco e male a Moggio; questo Comune chiede allora ai vicini l’utilizzo di un’area accanto alla strada verso la Culmine, “tattica” per illuminare quelle zone moggesi dove il segnale della TV nazionale non arriva dallo Zucco dell’Angelone. Cassina, in amicizia, “concede” il terreno, che da allora viene impiegato per far vedere la Rai a Moggio e anche in qualche abitazione cassinese dove questo non arriva. Tutto ok fino a quando Cassina “scopre” casualmente quel che ritiene un inganno bello e buono. Zitti zitti, dicono in paese, quelli di Moggio hanno aggiunto, accanto alle antenne televisive, pure quelle per la telefonia cellulare. E ci han fatto su, grazie ai canoni pagati da Tim e Vodafone, 200-220mila euro in un decennio.
A Cassina non va giù di avere scoperto per puro caso (una terza richiesta di concessione che ha fatto emergere le prime due) che sullo Zucco della Croce, quindi a casa sua, si facessero soldi come dire “alle sue spalle“. E per questo mette in piedi una bella controversia che passa attraverso primi contatti e proteste, poi un tentativo di mediazione nientemeno che nella sede della Prefettura – presenti i sindaci Combi & Combi – regolarmente fallita, infine un ultimo appuntamento davanti ad un giudice conciliatore (disertato da Moggio). Quest’ultimo municipio si difende dalle accuse affermando che le concessioni alle compagnie telefoniche sono state rilasciate proprio dal Comune di Cassina – che dunque “non poteva non sapere”…
Insomma, la guerra continua e dall’Altopiano o comunque da Lecco e Valsassina si trasferisce ora a Milano, dove al TAR Cassina vorrà far valere le proprie ragioni e Moggio con ogni probabilità difenderà le proprie. Mentre le spese le dovranno pagare indovinate chi? Ma i residenti-contribuenti, ovvio. Tutto bene per gli avvocati mentre un mancato accordo tra due comunelli da 4-500 abitanti ciascuno finisce per costare alle tasche di quei pochi valsassinesi che con le loro tasse saranno costretti a sostenere questi onorari legali.