BARZIO – Rispondono agli attacchi del Pirellone con i numeri il presidente della Comunità montana Carlo Signorelli e il vicepresidente Guido Agostoni. È solo di qualche giorno fa l’aspra critica venuta da parte di alcuni esponenti della maggioranza di Regione Lombardia, secondo cui quello assunto dall’ente montano valsassinese nella gestione dell’emergenza profughi sarebbe un ruolo che non gli compete.
Dopo una prima reazione della Comunità montana della Valsassina, Signorelli e il suo vice tornano sulla questione, mostrando come l’ente da loro amministrato non abbia fatto altro che assecondare le volontà espresse dai sindaci, in perfetto accordo con quanto auspicato dalla Regione. Riportiamo il comunicato, al termine del quale viene anche chiesto al comune di Colico di fare chiarezza sulla propria posizione.
Alla fine del 2014 quasi il 90% dei profughi presenti in provincia di Lecco e richiedenti asilo erano ubicati in strutture del distretto di Bellano che comprende tutti i comuni della Comunità montana della Valsassina oltre a Ballabio, Lierna, Mandello del Lario e Abbadia Lariana. Una situazione riequilibrata in percentuale – grazie a una precisa volontà del nostro ente – anche se i numeri complessivi, stabiliti dal ministero degli Interni, continuano a crescere in modo esponenziale e la gestione complessiva del problema desta non poche perplessità.
I Servizi sociali dell’Area adulti, conferiti alla Gestione associata di Bellano per effetto dell’accordo di programma per la realizzazione del piano di zona 2015/2017, sottoscritto da tutti i sindaci del territorio, fanno fronte con non poche difficoltà alla gestione del sistema di accoglienza dei richiedenti asilo. Con grande impegno, la struttura coordinata dalla dottoressa Manila Corti svolge la funzione di supporto e coordinamento delle strutture della rete, gestisce i rapporti con la Prefettura e i comuni e le eventuali criticità. Il tutto con apprezzamento dei sindaci. In aggiunta la Gestione associata continua a erogare le prestazioni per gli adulti residenti in caso di criticità.
Si tratta di un esempio di gestione associata che funziona bene da anni, con possibilità di dare un ruolo attivo ai comuni in determinate circostanze. Le affermazioni diffuse negli ultimi giorni denotano la mancata conoscenza dei problemi e un atteggiamento verso la gestione associata dell’ente – e quindi dei sindaci – irriguardosa e illogica. Le assurde dichiarazioni di esponenti locali della Lega Nord sono respinte al mittente, sottolineando come la Regione abbia chiesto esplicitamente alle Comunità montane di favorire le gestioni associate avendo anche creato un sistema premiante nell’ambito della distribuzione dei fondi. Il fatto che la nostra Comunità montana abbia attuato la volontà dei sindaci è attestata da regolari delibere assembleari.
Se il comune di Colico – i cui esponenti politici locali si sono lasciati andare e hanno stimolato dichiarazioni politiche inaccettabili nelle interlocuzioni tra istituzioni – intende dissociarsi da questa Gestione associata lo espliciti e lo ribadisca formalmente e la proposta sarà immediatamente portata, per le competenze specifiche, all’attenzione delle assemblee del distretto e della nostra Comunità montana.