CASARGO – Due mesi fa la Calcio si allenava al campo sportivo di Casargo, soggiornando al Centro di formazione professionale alberghiero. Un ritiro organizzato in fretta e furia per permettere al club iscritto alla serie D di potersi preparare in vista della stagione in corso. Tanto veloce è stata l’organizzazione quanto lento sembra il pagamento. Perché a quasi 60 giorni dal termine del ritiro, non solo non sono ancora arrivati i soldi da via don Pozzi, ma pare nemmeno una telefonata.

“Ero stata contattata ad agosto, all’ultimo momento, da un mio assessore perché la società ci aveva chiesto una mano – racconta Pina Scarpa, sindaco di Casargo -. Siamo sempre aperti a tutte le iniziative, quindi avevamo accettato con piacere. Ci siamo mossi con urgenza: essendo membro del Cda ho coinvolto la scuola, che ha dovuto incrementare il personale del periodo estivo apposta per loro, e il presidente del Cs Casargo per il campo da calcio che abbiamo messo a disposizione della squadra”.

Così la neonata formazione agli ordini di mister Stefano Cuoghi aveva potuto allenarsi a Casargo quasi tutti i giorni dal 12 al 27 agosto, salvo amichevoli e qualche pausa. “Tuttora però sia l’economo della scuola alberghiera sia il presidente della squadra di calcio non sanno nulla – prosegue il primo cittadino -. Vorremmo almeno sentire la società, anche solo per qualche rassicurazione. Meritiamo rispetto. Il Cfpa, peraltro, ha pagato il personale del mese di agosto con gli straordinari”. Migliaia e migliaia di euro, dunque.

La vicenda del ritiro “faraonico” della Calcio Lecco voluto dal direttore sportivo Tiziano Gonzaga, in un momento particolare della storia centenaria del club (sommerso dai debiti e alla ricerca di un nuovo proprietario) è intricata. Lo scorso 21 settembre l’amministratore unico Sandro Meregalli aveva specificato che le spese logistiche erano già state saldate: “Siamo a posto con il ritiro di Casargo e le forniture di quest’anno, ormai ci fanno pagare prima”. Peccato che all’ombra delle Betulle non ne sappiano nulla.