CRANDOLA – Colpito al volto da un bracconiere, dopo la passeggiata tra le case e la fuga nei boschi dell’Alta Valle tutto lasciava presagirne una morte per infezione in tempi brevi. E invece dopo due settimane il cinghiale di Vegno è ancora vivo e non pare affatto trascinarsi.
Il suo passaggio in un centro abitato, seppur piccolo, non passò inosservato e subito partì la ricerca dell’animale per sopprimerlo, evitando a lui inutili sofferenze, e un motivo di pericolo alla popolazione. Solo per caso infatti il gesto scellerato di un cacciatore di frodo non ha avuto conseguenze peggiori.
Qualcuno sostenne che a ferirlo potesse esser stato un veicolo – ma da uno scontro auto-cinghiale, se non fa certo bene al secondo, nemmeno il veicolo ne uscirebbe indenne -, ma ora vi è la certezza che contro l’animale non si è scagliata una jeep ma un ben più infame proiettile.
Ve lo raccontammo ai primi di ottobre. Qualche giorno dopo l’ungulato fu nuovamente avvistato, procedeva a fatica, lingua fuori e claudicante. Oggi torniamo a parlarne perché il grosso cinghiale di morire non ne vuol sapere, anzi continua impavido a sopravvivere, potremmo dire “disobbedendo alla morte”.
C.C.