PREMANA – Lo riporta oggi il quotidiano “Il Giorno” che intervista Marco Cendali, presidente del Comitato di gestione dell’Ambito Territoriale di Caccia: dall’apertura (molto sbandierata politicamente) della caccia al cinghiale in provincia di Lecco doveva arrivare la soluzione a molti problemi originati dalla presenza degli ungulati – a partire dai danni ai campi. Ma “gli elementi contenuti nella delibera della Regione e l’effettiva attuazione sul campo sta rallentando e limitando di molto la possibilità di sparare”.
E tra i cacciatori c’è malumore: “I tempi, che si prevedevano rapidi – dichiara Cendali nell’articolo firmato da Stefano Cassinelli – sono in realtà molto dilazionati… si parla di un totale di 150 capi, di cui 120 già catturati con le gabbie, per cui ai cacciatori sarà concesso di abbattere una trentina di capi”.
Ancora: “I cacciatori sono delusi anche perché solo quelli che fanno lepre e ungulato potranno cacciare: nel nostro comprensorio sono una cinquantina, con un’età media di 65 anni e mi chiedo chi andrà a fare un corso. Abbiamo circa 150 piumisti che non hanno un’età media così alta e potrebbero essere i cacciatori ideali per contenere il cinghiale”.
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