PREMANA – Ieri la “bomba” su Valsassinanews con la notizia della diffida al Comune di Premana da parte di Energia Futuro (che promette richieste di risarcimento anche ai singoli consiglieri in caso di mancata concessione dello sgravio per l’uso civico nella vicenda della “sua” centrale idroelettrica sul torrente Fraina.
Ma è delle ultime ore la “contro diffida“, protocollata proprio ieri, venerdì, da parte del Comitato “Salviamo i nostri torrenti” e soprattutto siglata da oltre cento premanesi. Destinatari, gli stessi del documento inviato dalla società della Bissi Holding (sindaco Fazzini e 10 consiglieri comunali), con formula del tutto analoga anche nel “per conoscenza“, quindi ancora una volta al responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune Alberto Vitali e al segretario comunale Antonella Palermo.
E se i toni della prima diffida (quella di Bissi) apparivano piuttosto netti, altrettanto decisi – se non di più – sono quelli a difesa del Fraina da parte dei premanesi che, nella loro qualità di cittadini del Comune di Premana, di alpigiani dell’Alpe Rasga e di residenti nel Comune e nelle aree vincolate da usi civici dichiarano formalmente di “non intendere concedere alcuna diminuzione della tutela degli usi civici a favore del privato, e a danno della collettività che ne è titolare” rivendicando a sè “il diritto di scelta”. Per questo, i 110 firmatari del documento protocollato il 2 dicembre chiedono che l’amministrazione “richieda parere alla Corte dei Conti prima di assumere ogni decisione, a pena della verificazione di danno alla concorrenza ed ambientale, ovvero erariale” e in ogni caso “diffidano l’Ente ed i singoli Consiglieri a deliberare secondo coscienza, rifiutando lo svincolo a favore di un progetto privo della copertura di adeguata valutazione di impatto ambientale e dannoso per l’ecosistema e la collettività a solo interesse del privato”. La diffida si conclude specificando che i premanesi “si riservano ogni iniziativa legale, presso tutte le sedi competenti, a tutela dei propri diritti, confidando in un operato del Consiglio Comunale e di ogni singolo Consigliere ispirato dagli interessi della collettività residente e non di singoli interessi speculativi”.
Insomma, il consiglio comunale convocato per il prossimo 12 dicembre parte con dieci giorni di anticipo. “Appesantito” da questa disfida delle diffide che promette scintille in una riunione tra le più delicate ed incerte dell’intera storia politico-amministrativa di Premana.
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SOTTO: LE PREMESSE CONTENUTE NELLA CONTRO-DIFFIDA
- l’uso civico, per genesi e per la normativa nazionale e regionale che lo regge, ha la funzione di vincolare l’uso di risorse importanti dell’ecosistema (suolo, boschi, acque, pascoli) al soddisfacimento primario dei bisogni delle popolazioni residenti, che ne sono le reali titolari;
- l’uso civico costituisce anche vincolo specifico di protezione paesaggistica ex D.Lgs. 42/04 dei terreni e luoghi dove insiste;
- l’uso civico, nell’accezione moderna del termine, assolve alla funzione di consentire un uso sostenibile delle risorse naturali a favore delle popolazioni residenti, che ne sono custodi e reali titolari;
- l’uso civico, per tali ragioni, non può essere compresso, sacrificato o rimosso, né in via permanente nè in via temporanea a favore di iniziative che non siano condivise dalla popolazione residente, che siano negative e dannose per la popolazione, il territorio e l’ecosistema, in quanto illegittime e ambientalmente insostenibili;
- che é stato richiesto al Comune e segnatamente ai Consiglieri Comunali di deliberare l’assenso allo svincolo temporaneo dall’uso civico per l’adozione del relativo provvedimento da parte della Regione, a favore della società Energia Futuro s.r.l. che ha chiesto l’autorizzazione unica a derivare acque per scopo idroelettrico dal torrente Fraina in Val Fraina;
- che l’iter sinora condotto è inficiato da gravissime illegittimità per violazione di direttive comunitarie in materia di acque e di valutazione di impatto ambientale, essendo il prelievo ipotizzato insostenibile già in base al piano di bilancio idrico recentemente pubblicato dalla Provincia di Lecco, e in quanto la verifica di VIA è stata condotta più di cinque anni fa, in spregio al canone della valutazione di impatto cumulativo di tutte le derivazioni sulla stessa asta e sullo stesso bacino idrografico;
- che a causa di plurimi prelievi, e della presenza di scarichi, le acque del Fraina e del Varrone di cui questo è tributario sono peggiorate sotto il profilo qualitativo;
- che un ulteriore prelievo, e la concessione della trasformazione dei terreni gravati da uso civico a favore delle opere connesse alla derivazione idroelettrica, priverebbero i cittadini di risorse naturali, ambientali e paesaggistiche di cui gli stessi si ritengono reali titolari;
- che la convenzione stipulata dalla precedente Amministrazione Comunale con la società Energia Futuro s.r.l. si ritiene palesemente illegittima in quanto assunta in violazione delle norme di concorrenza e dello stesso D.Lgs. 387/03 che vieta royalties per la concessione dell’uso idroelettrico dell’acqua in capo ai Comuni al di fuori delle compensazioni ambientali in senso stretto, che non sono assicurate alla popolazione, la quale invero si trova in condizioni peggiori: per la compromissione di pascoli, pendii, boschi, acque, paesaggio, fauna ittica e usi civici;