ALTOPIANO – C’è chi si lamenta e non agisce e chi invece vive serenamente l’accoglienza dei richiedenti asilo, dando loro la possibilità di rendersi utili lavorando a favore del paese dove sono ospiti temporanei. Che poi questa possibilità è pure un’opportunità per le stesse amministrazioni – che si avvantaggiano dell’opera dei migranti, evitando oltretutto che questi ultimi restino nell’ozio, inutile e dannoso.

Nel novero della seconda classe di Comuni c’è senz’altro Barzio – dove da tempo e sistematicamente mini squadre di giovani accolti nelle strutture del paese si danno da fare con piccoli e grandi lavori di pulizia, sistemazione delle strade e altro ancora. In collaborazione con municipio, associazioni e realtà diverse i migranti-lavoratori sono ormai parte del “paesaggio umano e sociale” e restituiscono al paese (inteso come Italia) quanto la nostra nazione fa per loro.

Complicato? Nient’affatto, basta volere. Ad esempio domenica quattro di loro sono hanno operato col supporto di un paio di addetti dell’ITB ripulendo sentieri e strade tra Barzio e i Piani di Bobbio, compreso il percorso utilizzato dai bikers. Ore spese positivamente a favore di tutti, dando un senso alla presenza qui da noi di persone “di passaggio”, che cercano pace e una vita normale lontano dalle loro patrie quasi sempre in guerra o in gravi difficoltà.

Contemporaneamente però, altri Comuni anche vicinissimi a questo non fanno assolutamente nulla – se non lamentarsi – trincerandosi dietro a presunte difficoltà, a burocrazie, timori, a questioni di “costi” e quant’altro. Eppure, basterebbe prendere spunto dall’esempio del municipio confinante. Perché i famosi costi (quelli materiali) sono limitati all’assicurazione, obbligatoria quanto minimale se gestita con intelligenza, mentre i ritorni sono incalcolabili. In positivo.

Oltretutto, a proposito di soldi – tema che spesso fa passare in secondo piano ogni ideologia, anche la più esecrabile – va segnalato come ognuno di questi migranti “apporti” qualcosa come 500 euro che lo Stato gira alle casse dei paesi nei quali vengono accolti.

Perché allora il “modello Barzio” resta una (eccellente) eccezione?
Buona domanda, alla quale dovrebbero rispondere certi amministratori molto più avvezzi al piagnisteo che alle capacità organizzative.