CORTENOVA – Alle 03:00 del primo dicembre 2002 una enorme frana spazzò via il paese: 1.200.000 mc di terra rossa scivolarono fino al torrente Pioverna distruggendo diciassette case e rendendone inagibili venti; sette le aziende distrutte e ben 370 le persone evacuate solo dalla frazione di Bindo. Grazie soprattutto all’abbandono preventivo delle abitazioni non vi fu nessuna vittima.
Sono passati quindici lunghi anni da quella notte del 30 novembre 2002 quando oltre un milione di metri cubi di terra e fango cancellarono per sempre la piccola frazione di Bindo a Cortenova. Tre lustri che hanno ricucito le ferite ma che non sono riusciti a cancellare i ricordi di chi ha vissuto questa terribile esperienza in prima persona. Pochi giorni prima, un grande smottamento aveva dato le prime avvisaglie nella Val Rossiga andando a creare non pochi danni in località Galèra, distruggendo parte di una azienda agricola e facendo evacuare parte del paese.
Distrutto il ponticello pedonale alla foce del torrente e inondate alcune case, dei grandi massi rotolarono a valle per giorni alimentando paure e aggravando la già precaria situazione.
Un’alba indimenticabile quella del primo dicembre, chiunque per qualsiasi motivo sia passato da Cortenova difficilmente dimenticherà ciò che ha visto. Se neanche il buio pesto di una notte di tardo autunno è riuscito ad ammorbidire il boato della frana, ancor più difficile è stato riuscire a colmare il grande silenzio lasciato dalla distruzione.
I rumori e i colori che riportano alla mente quel periodo tanto difficile per i cortenovesi sono molti e assai diversi tra loro. I ricordi iniziano tempo prima per poi esplodere agli occhi di tutti nella maniera peggiore la mattina del primo dicembre, quando un sole beffardo portò alla luce la triste realtà.
Tra i ricordi uno dei più significativi (e unanimi) è il frastuono degli scavatori che la sera prima lasciano la zona che verrà colpita nella notte: il rumore grave e lo stridere dei cingoli metallici sull’asfalto hanno lasciato un ricordo indelebile nella mente di chi li ha uditi.
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