PRIMALUNA – Le difficoltà che sta vivendo la Acque Minerali d’Italia SpA, terza realtà del settore a livello nazionale, preoccupano anche in Valsassina dove opera una delle realtà più importanti e “sane” dell’intero gruppo: la Norda.
Proprio una fabbrica giudicata tra le migliori del comparto vive momenti di tensione (anche se i sindacati “smorzano”, parlando di “stato di inquietudine” e non ancora di agitazione), conseguenti alle notizie che giungono un po’ da tutta Italia relative a difficoltà finanziarie tanto serie da porre problemi nel pagamento dei fornitori – tali dunque da pregiudicare le capacità produttive di diversi insediamenti tra i numerosi controllati dalla A.M.I.
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Di recente, le organizzazioni sindacali hanno avuto un incontro, con le rappresentanze nazionali di categoria e la proprietà del gruppo da cui sarebbe emersa la necessità dell’azienda di prendersi del tempo “per portare a conclusione il percorso già avviato in esito alle possibili operazioni societarie di alcuni asset del gruppo”. Tradotto, pare che un altro colosso del settore, potrebbe trattarsi della San Benedetto, sarebbe interessata all’acquisizione di una parte del network di impianti che fanno capo alle Minerali d’Italia, forse attraverso uno scambio di partecipazioni. Insomma, dopo aver realizzato una forte concentrazione il gruppo partito dalla Norda potrebbe ridurre la sua presenza dismettendo una parte delle fabbriche sparse per la penisola.
All’origine delle difficoltà nelle acque minerali sarebbe la crisi di un altro, fondamentale asset della famiglia proprietaria: la Pessina Costruzioni, che ha chiesto al Tribunale di Milano di essere ammessa al concordato preventivo. Il crollo del mercato dell’edilizia insomma “pesa” anche su un altro comparto – che occupa centinaia di dipendenti. I Pessina poi sono stati qualche tempo fa al cento dell’attenzione per un’altra vicenda – quella dello storico quotidiano un tempo del PCI “l’Unità” – del quale detengono il pacchetto di controllo e che è stato chiuso dopo l’iniziale salvataggio.
Ma come si riflette questa situazione sulla Norda e in particolare sulla realtà che più da vicino ci interessa ovvero lo stabilimento di Primaluna?
“In realtà – dichiara a VN Massimo Sala della FLAI (federazione di categoria Agro-Industria della CGIL di Lecco) – qui stiamo ancora bene. Certo, senza parlare di crisi e nemmeno di imminenti agitazioni posso proprorre a Valsassinanews di coniare il neologismo di “stato di inquietudine“: in questi giorni abbiamo tenuto un’assemblea, si percepiscono problematiche di fondo e va registrato un fatto teoricamente positivo ma a sua volta da valutare con attenzione: la proprietà ha deciso di anticipare al 2 febbraio il pagamento degli stipendi della novantina di dipendenti in Valsassina”.
“Quello che all’esterno appare un evento piacevole – spiega Sala – in realtà spesso coincide con i timori per le prospettive, che si traducono nella liquidazione ‘rapida’ della paga per evitare che anche quei soldi finiscano bloccati in eventuali situazioni di crisi aziendali. Non è certificato nel caso di Primaluna, va comunque tenuto presente e monitorato. Inoltre, esistono anche qui degli inghippi rispetto ai fornitori, ai semilavorati eccetera e la scorsa settimana ha operato una sola linea nell’insediamento produttivo sulla Provinciale”.
Accanto ai quasi cento lavoratori “fissi”, la Norda impiega in Centro Valle anche decine di stagionali nei periodi in cui la richiesta aumenta. Oltre un centinaio di famiglie, pressoché tutte valsassinesi, che vivono momenti di “inquietudine”. A dir poco.
RedEco