Il meteo, le lune, le usanze oppure delle raccomandazioni che passano dai nonni ai nipoti tramite colorati modi di dire: parlando di meteo il più antico e usato recita: “Quanch che la Grigna la gha su el capél, mola la ranza ciapa el rastel” – quando le nubi basse circondano la vetta della Grigna la pioggia si avvicina a grandi passi; “Ma va a Bagg a sonà l’orghen” è invece un’imprecazione dalla radice quasi comica: la chiesa di Baggio era talmente povera che non potendonese permettere uno vero aveva solo un organo, dipinto su di un muro e quindi: vai a Baggio a suonar l’organo! “La boca l’è miga stràca se la sa miga de vaca” la bocca non è stanca se non sa di vacca: nel senso che un buon pranzo non è veramente finito se non arriva il formaggio.
I modi di dire che parlano di borghi o paesi sono presenti soprattutto nella parte più alta della nostra Valle:
“Giò acqua che è scià i premaan” sta ad indicare la buona bocca e forchetta degli abitanti dell’Alta Valle, quando arrivano a tavola bisognerebbe allungare il vino con l’acqua; “Tra Pagnona e Premana, poca strada ma ghè la dogana” sottolinea la antica rivalità tra i due paesi della Valvarrone, “Le pene dell’inferno: a Varena d’està a Belan d’inverno” indica le caratteristiche climatiche dei due paesi vicini alla Valsassina; "Val puseè un fischio de Pagnona che cent vòòs de Gravedona!" una antica storia racconta di un asino conteso tra i due paesi che però rispondeva sempre e solo ai richiami degli abitanti di Pagnona.