La stazione di Lecco, che incubo… Una lamentela dall’Altopiano



Enzo, questo il nome del nostro lettore, ci rivolge una serie di domande all’interno di una mail davvero accorata. Come lui, altri valsassinesi vivono quotidianamente il problema, associato a quello ben più grave dei ritardi e delle condizioni precarie dei convogli da e per Milano. Purtroppo, il nostro ruolo non è quello di dare concrete risposte sostituendoci a chi di dovre; ma certo – e lo facciamo volentieri – è possibile anche attraverso Valsassinanews evidenziare quelle difficoltà grandi e piccole che contribuiscono a rendere la vita meno allegra.

Sotto la foto, il testo della lettera inviataci nei giorni scorsi.
 


Moggio, li 19/01/2010
 
Spett.le redazione,
 
sono un valsassinese che lavora a Lecco.
Mia moglie è una pendolare giornaliera per motivi di lavoro sulla tratta ferroviaria Lecco – Milano.
 
Fortunatamente riusciamo a far coincidere gli orari del suo rientro a Lecco con i miei orari lavorativi, cosicchè ho la possibilità di passare dalla stazione per andare a prenderla al suo arrivo e recarci quindi a casa nostra in Valsassina.
 
Normalmente, concludendo la mia giornata lavorativa alle 18.00, raggiungo la stazione sempre dopo al suo arrivo e quindi la mia fermata si limita al tempo necessario per farla salire in macchina.
 
Purtroppo questa sera, il treno in questione aveva circa 30 minuti di ritardo ed io, essendo arrivato al mio solito orario, ho dovuto attendere aspettare più del solito e subito si è presentato un problema che, col passare dei minuti, è diventato sempre più serio:
 
DOVE MI METTO CON LA MACCHINA IN ATTESA CHE IL TRENO ARRIVI ????
 
Inizialmente, essendoci un "bel" cartello all’ingresso del piazzale della stazione che segnala il DIVIETO DI FERMATA, ho pensato di fermarmi a lato della strada di fronte al Comune di Lecco, cercando di stare più vicino possibile al marciapiede e di creare meno disturbo possibile alle altre vetture che passavano (autobus compresi), rimanendo comunque in auto per qualsiasi evenienza o necessità di spostarmi.
 
Poco dopo si è avvicinato un vigile urbano che, giustamente, mi ha fatto presente che non era un luogo adatto alla fermata e che quindi mi ha "consigliato" di spostarmi.
 
Allora io mi sono permesso di spiegare la mia situazione, che aspettavo la moglie che arrivasse col treno in ritardo, gli ho fatto presente che non c’erano altri posti in cui potersi fermare e quindi ho gentilmente chiesto quale soluzione proponeva; la sua risposta è stata: " NON LO SO, SI FACCIA UN GIRO E POI RITORNA, VADA A PARCHEGGIARE NELL’AREA PRIMA DEL COMUNE (che guarda caso sono parcheggi a pagamento…. ammesso di trovarli liberi….), COMUNQUE LEI QUA NON PUO’ STARE".
 
Dopo un’affermazione di questo tipo, sentendomi un pò preso in giro dalle "soluzioni" proposte, mi sono detto: OK, NON MI POSSO FERMARE AL PIAZZALE DELLA STAZIONE, MA QUESTO NON SIGNIFICA CHE NON CI POSSA GIRARE….."    e così ho iniziato ad effettuare qualche giro per tirare l’orario, lentamente, cercando di non intralciare comunque la circolazione degli altri veicoli.   
 
Dopo 2 o 3 giri, lo stesso vigile mi fa presente che non potevo neppure continuare a girare intorno alla piazza….. e mi suggerisce nuovamente di uscire, di andare a fare un giro per passare qualche minuto, e poi eventualmente ripassare.
 
Nel frattempo, altri come me, in attesa che quel treno si decidesse ad arrivare, si sono aggiunti alle auto già presenti e tutti, ovviamente, cercavano una soluzione LOGICA per potersi fermare mentre quel vigile cercava si far rispettare gli "ordini che dall’alto gli avevano impartito".
 
Vi lascio immaginare il caos creato in quel momento, una situazione che, in presenza di un luogo adatto alla sosta momentanea, si sarebbe sicuramente evitata o quantomento limitata notevolmente.
 
ORA, DOPO QUESTO RACCONTO CHE PERO’ NULLA HA DI INVENTATO (PURTROPPO…), ALCUNE DOMANDE MI VENGONO SPONTANEE MA ANCORA NON HO TROVATO QUALCUNO CHE POSSA DARE DELLE RISPOSTE CONCRETE:
 
– MA E’ NORMALE CHE NEL 2010, IN UNA STAZIONE FERROVIARIA, NON CI SIANO POSTI AUTO PER FERMARSI AD ATTENDERE COLORO CHE ARRIVANO COL TRENO ??
 
QUEL "FENOMENO" CHE HA AVUTO LA "BELLA" PENSATA DI METTERE UN DIVIETO DI FERMATA IN UN LUOGO DOVE SI E’ OBBLIGATI A FERMARSI, COME PENSA DI RISOLVERE I PROBLEMI CREATI A TUTTI QUELLI CHE ACCOMPAGNANO O VANNO A PRENDERE I PENDOLARI ??
 
– E’ POSSIBILE CHE I PROBLEMI VENGONO "RISOLTI" METTENDO I DIVIETI E NON SI PENSA A SOLUZIONI ALTERNATIVE CHE POSSANO COMUNQUE LIMITARE I DISAGI DA ENTRAMBE LE PARTI ?? 
 
– IO NON SONO UN ESPERTO DELLA VIABILITA’ MA FORSE DEI PARCHEGGI A DISCO ORARIO O CON FERMATA A TEMPO ERANO PIU’ FUNZIONALI PER TUTTI, O NO ?
 
TUTTO MI SAREI ASPETTATO, MA NON CHE UN VIGILE MI CONSIGLIASSE DI ANDARE A FARE UN GIRO O, PEGGIO ANCORA, DI RECARMI PRESSO UN PARCHEGGIO A PAGAMENTO POCO LONTANO DALLA STAZIONE IN ATTESA CHE IL TRENO ARRIVASSE.
 
La cosa ancor più grave è che questa situazione dura da parecchio tempo ormai e ancora non si vedono spiragli di miglioramento; forse l’amministrazione lecchese è troppo occupata a creare rotonde e spartitraffico altrove per accorgersi dei problemi che hanno "sotto la loro finestra"…… 
 
Rimanendo in attesa di eventuali suggerimenti al riguardo per "cercare" di risolvere queste e altre anomalie di questa città, con l’occasione porgo
Cordiali Saluti.
 
Enzo

  (le immagini presenti in questa pagina sono tratte da Google Maps)
 

 

 

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