Un consiglio comunale durato tre ore, dalle 20:30 fino a dopo le 23:30, lunghezza dovuta ai tanti temi trattati: dal gettone di presenza ai consiglieri, all’ipotesi di una strada inedita nella "nuova Bindo" di collegamento al paese di un’area che così diventerebbe edificabile a tutti gli effetti. Al consiglio hanno partecipato circa una ventina di spettatori, alcuni schierati in modo molto palese dalla parte dell’amministrazione e altri contro, che si sono fatti sentire con commenti alle proposte e discussioni da ambo le parti.
Un inizio tranquillo, caratterizzato dall’approvazione dei temi del consiglio precedente, tra i quali spiccava l’acquisizione a costo zero delle aree relative alla frana di Bindo. Arriva in fondo il lungo iter sul nuovo metro di verifica ICI che porta finalmente equità ai proprietari di terreni, ponendo una quota fissa; a tale proposito il capogruppo di minoranza Giancarlo Benedetti ha proposto un adeguamento graduale alla nuova tariffa in modo da gravare in maniera meno improvvisa sui contribuenti. Il consiglio approva la proposta e decide uno "sconto" del 15% sul valore dell’imposta nell’anno 2010, per poi entrare a regime nell’anno successivo.
Su toni più pacati è stata stabilita la valutazione dei beni comunali che potrebbero essere venduti (come future aree industriali). Il prezzo è fissato a circa 150 euro al mq e riguarda la zona che va indicativamente dalla pista da cross alla cava di Cortabbio; i terreni sono venduti a prezzo fisso ed il ricavato dovrebbe essere reinvestito subito in opere pubbliche: mozione approvata nonostante la non unanimità dei voti. Se quest’area dovesse essere venduta anche la pista da cross sparirebbe per essere trasformata in zona industriale (il destino della pista è comunque segnato in considerazione del tracciatod ella pista ciclabile).
Il gettone di presenza per i consiglieri inizia a scaldare gli animi: come ha illustrato Sergio Galperti quello del gettone è un passaggio legale obbligatorio, sta poi al singolo decidere se accettarlo, se lasciarlo al Comune o se donarlo in beneficenza o come meglio preferisce. La norma discussa per la prima volta a Cortenova, anche se entrata in vigore ben dieci anni fa, ha fatto alzare i toni del dibattito ed uno dei possibili motivi pare essere la presunta negligenza a riguardo delle passate amministrazioni. La minoranza propone di votare non favorevolmente in modo da non accettare all’unanimità dal Comune un gettone di 18.08 euro a seduta; dopo un acceso dibattito la votazione però dà il risultato opposto: viene accettata questa norma che però non obbliga a percepire il compenso. La proposta di votare contro il gettone era un modo di rinunciare completamente e inequivocabilmente a questi soldi, lasciandoli nelle casse del Comune; avendo accettato, adesso la scelta ricade sul singolo.
Si è poi passati a discutere i tre emendamenti proposti dalla minoranza dopo l’ennesimo battibecco riguardante una telefonata da parte di Agnese Selva che contestava a Sergio Galperti la stesura non corretta dell’ordine del giorno e degli emendamenti: parole grosse e risposte di altrettante dimensioni, che sicuramente non aiutano il consiglio ad amministrare il comune ma che dividono sempre più le parti e lasciano a volte sbigottiti gli spettatori che sentono battute e risposte non degne del luogo e l’occasione.
Il primo emendamento proposto dalla minoranza propone di versare ad alcune associazioni del comune l’indennità prevista per gli assessori e il vicesindaco; un altro gettone che costa alle casse del Comune circa 11mila euro all’anno e che fa alzare i toni del dibattito sulla voglia di impegnarsi in politica non a scopo monetario ma per passione, ma con il contrappunto delle spese di gestione di un Comune: costa seguirlo, costano i trasferimenti in auto o addirittura in aereo, le telefonate e tutti gli sborsi che gravano su tutti i componenti del Comune. L’indennità ammonta indicativamente a 200 euro lordi al mese, due i pensieri molto differenti al riguardo: Agnese Selva sottolinea che i giovani che si avvicinano alla politica lo fanno spinti da un interesse e passione molto lontani da un riscontro monetario che comuque secondo lei è quasi ridicolo e quei 150 euro netti possono sembrare addirittura una presa in giro, la controparte ribatte che comunque quella piccola cifra aiuta ad ammortizzare i costi legati al far parte di un’amministrazione comunale.
Messo al voto l’emendamento viene bocciato ed il rimborso va agli assessori ed al vicesindaco.
Il secondo emendamento riguarda i lavori e l’inevitabile mutuo per rendere edificabile la parte alta di Bindo in zona chiamata Piazze, la proposta della minoranza è quella di far transitare la strada da via F.Filzi e non dalla nuova Bindo dove, per raggiungere l’area andrebbe costruito un guado nella valle di s.Biagio ritenuto poco sicuro nel tempo vista l’altalenante portata di acqua del torrente. Un altro appunto della minoranza ha spiegato Mario Spandri è stato quello di inserire nell’opera l’allargamento delle strettoie in via Cimone e Battisti a Bindo che impediscono l’accesso al paese a mezzi poco più grandi di una utilitaria. E’ capitato più volte di vedere per esempio l’ambulanza ferma in piazza e i malati trasportati in barella, con qualsiasi condizione atmosferica, lungo tuttto il paese. Al riguardo il sindaco ha risposto che la proposta ai privati per poter allargare la strada è stata avanzata tempo fa. La proposta comprendeva l’edificio delle vecchie scuole di Bindo in cambio del fabbricato che crea la strettoia. In risposta furono chiesti dalla proprietà anche 350mila euro aggiuntivi, per dare al Comune la possibilità di allargare la strada. A quel punto la questione si è arenata in quanto troppo gravosa sulle casse comunali e anche ritenuta non equa visto i valori degli immobili. L’assessore Santino Galperti ha poi illustrato le difficoltà di allargare la già esistente via F.Filzi verso località Piazze e che comunque il guado in futuro potrà eventualmente essere sostituito con un vero e proprio ponte. Anche questo emendamento viene bocciato.
Il terzo emendamento trattava il progetto, già presentato in regione, dell’arroccamento per gli automezzi nell’area ex-monti per evidenti questioni di sicurezza, la realizzazione di un parcheggio per gli operai che lavorano nell’area e la riduzione dimensionale della rotonda con via Trento. Animi più calmi nella discussione: si propongono varie soluzioni e affrontano le problematiche. La minoranza mette in evidenza come il proprio progetto costi circa 370mila euro contro i 750mila di quello attuale. Dopo tanto discutere viene bocciato anche questo emendamento anche se rimane aperta la discussione e la voglia di collaborare sull’argomento da entrambe le parti, magari integrando parti di un progetto all’altro.
Approvazione bilancio: dopo la lettura di tutte le entrate e uscita da parte del vicesindaco Sergio Galperti la discussione torna ad accendersi, i dati più gravosi sul bilancio futuro sono i 755mila euro per la relizzazione dell’opera in via Trento discussa nel terzo emendamento, i 500mila euro per sistemazione del Comune ed il milione e 800 mila euro per la bretella dell’area Melesi con la relativa rotonda. Il dibattito si sofferma parecchio sulle spese di ristrutturazione del Comune: dai 150 mila euro stimati all’inizio si è arrivati a poco a poco agli attuali 500mila euro. La minoranza sottolinea che la spesa è davvero eccessiva per le casse del Comune, che i lavori perdurano da 15 mesi e che dopo aver speso tutti quei soldi pubblici il nuovo Comune non sarà dotato di un ascensore per i portatori di handicap. La discussione sulle persone diversamente abili si accende: il nuovo Comune dovrebbe essere comunque provvisto di un accesso facilitato sul retro per gli uffici al primo piano, dal dibattito purtroppo escono parole davvero disdicevoli e poco rispettose su di un tema sempre più attuale come quello delle barriere architettoniche.
A bocca aperta il pubblico quando dalla maggioranza, nel bel mezzo del dibattito, è uscita la frase "non possiamo costruire il mondo per gli handicappati".
Per finire sono state dette quattro parole riguardo alla nuova bretella Melesi: in particolare Giancarlo Benedetti ha invitato il sindaco a vigilare su questa opera e soprattutto sul ritorno che avranno sia il comune stesso che i suoi abitanti di questo nuovo tratto di strada. L’opera costerà un milione e 800mila euro, al comune spetta una parte di spesa di 100mila euro. Benedetti ha inoltre invitato ad accertare la vera pubblica utilità della nuova bretella.