SCOMPARSO GIANCARLO RIVA: I RICORDI



Riva si è spento all’età di 82 anni. Imprenditore e grande uomo dI montagna, viene ricordato in questa pagina con due lettere inviateci dall’attuale responsabile del Soccorso Alpino e Speleologico, XIX delegazione lariana, Gian Attilio Beltrami e da Giacomo Arrigoni, Capostazione delle Grigne (Lecco e Mandello) sempre del Soccorso Alpino.

 

Giancarlo è stato un personaggio che nell’ambito dell’alpinismo lecchese e del soccorso alpino ha saputo portare un forte innovazione, a volte addirittura dirompente, non a caso veniva soprannominato “Paietta”.

Ho conosciuto Giancarlo all’inizio degli anni 80, allora io ero il responsabile della  sezione speleologica e lui della delegazione di “Lecco”, l’unica cosa rimasta di quei tempi è la passione dei volontari il resto è cambiato tutto e Giancarlo è sicuramente stato trai i maggiori artefici del cambiamento.

L’impronta decisiva l’ha impressa nel 1982 quando è succeduto a Bruno Toniolo nella carica di Presidente Nazionale, si è passati in breve tempo da una conduzione “tradizionale” improntata per lo più sul solo spirito di solidarietà alla creazione di una struttura operativa moderna diretta con criteri manageriali con lo stile proprio di Giancarlo che definiti gli obiettivi non si fermava di fronte a nulla.

Ricordo che negli anni della sua presidenza realizzò un ufficio appositamente dedicato al soccorso alpino nella sede della sua azienda a Valmadrera mentre il magazzino della ditta diventò in pratica una succursale del deposito del soccorso alpino.

In veste di Presidente il suo operato fu innovativo e spesso dirompente , Giancarlo non era propenso a compromessi , puntava alla soluzione definitiva del problema  con il solo intento di operare al meglio per l’associazione, senza preoccuparsi dei possibili risvolti e ciò sicuramente non gli ha riservato le simpatie di tutti tanto che del periodo della sua presidenza, dal 1982 al 1988 restano poche tracce documentate ed anche il libro che testimonia i primi 50 anni del soccorso alpino liquida in poche frasi il suo operato ed in merito a ciò Giancarlo ha sempre manifestato una grande delusione.

Tra le varie iniziative avviate da Giancarlo vi sono state quelle che avrebbero poi dato seguito con la nascita della scuola nazionale, resosi conto della disparità di conoscenze tecniche esistenti sul territorio aveva iniziato a mandare nelle varie regioni dei tecnici lecchesi capitanati da Daniele Chiappa per insegnare le nuove tecniche diffusesi nella delegazione lariana grazie alla collaborazione tra il soccorso alpino ed il soccorso speleologico, concetto di insegnamento negli anni successivi con la costituzione di un gruppo di docenti che tutt’oggi si spostano nel territorio italiano insegnando le tecniche di soccorso.

Al fianco di Giancarlo ho iniziato il mio impegno nel soccorso alpino e da lui sicuramente ho imparato molto, a lui va il mio ringraziamento e quello di tutto il soccorso alpino.

 

Gian Attilio Beltrami

Soccorso Alpino e Speleologico, Delegato XIX delegazione lariana

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Giancarlo Riva fu responsabile della Delegazione Lariana del CNSAS dal 1974 al 1982 .

Il suo primo sforzo fu di completare la copertura territoriale dell’allora provincia di Como con la nascita della Stazione di Dongo del soccorso alpino.

Intuendo che occorreva passare dalla fase pionieristica a quella più organizzata a fronte di una massa sempre crescente di frequentatori della montagna si pose l’obbiettivo di operare una forte politica di gestione del personale volontario del soccorso alpino, uno sviluppo e una innovazione nelle soluzioni tecnico-operative, un rafforzamento della Delegazione sul piano nazionale.

A queste scelte strategiche accompagnò un forte impegno per le attività di prevenzione e di riconoscimento istituzionale da parte della appena nata Regione Lombardia.

Collegamento con le scuole, manifestazioni informative e opuscoli illustrativi dei pericoli della montagna da una parte e dall’altra attrezzatura delle parti più pericolose dei sentieri queste le attività che pose in essere da subito: una rivoluzione per quella parte dell’ambiente alpinistico un po’ elitaria e provinciale che non aveva colto il grande cambiamento di quegli anni.

Contemporaneamente attivò tutte le pressioni necessarie perché venisse riconosciuta l’importanza sociale dell’attività del Soccorso Alpino e si aprissero gli accessi a quei fondi assolutamente necessari per rendere più sicuro ed efficiente il servizio.

Il metodo che applicava in tutte queste iniziative era sorretto da tre principali convinzioni: la prima è che nell’attività di soccorso alpino è la sinergia organizzativa l’elemento strategico, la seconda è che, in qualsiasi situazione e con qualsiasi supporto, è l’elemento umano la costante più affidabile, la terza è che è il potenziale dell’attività di squadra più che la bravura individuale l’elemento da sviluppare.

Tutto ciò determina una serie di scelte operative che portano già nel ’76 a sperimentare attività complesse di esercitazione che pongono tutti i volontari sullo stesso piano e che si applicheranno anche nelle fasi di selezione e valutazione.

Infine una delle intuizioni più importanti fu quella di introdurre in modo strutturato l’uso dell’elicottero. Il buon rapporto che riuscì ad instaurare con il S.A.R. Linate, grazie alla disponibilità del generale Mura, portò ad una vera rivoluzione nel modo di operare del soccorso alpino lariano e accelerò così anche l’introduzione di altre tecniche e modalità di intervento.

L’utilizzazione dell’elicottero e la collaborazione con il SAR portano in breve la Delegazione Lariana a un livello di efficienza ed efficacia invidiabile nel campo del soccorso in montagna.

Verso la fine degli anni settanta la Delegazione è ai primi posti in campo nazionale come numero di interventi e come impegno di uomini. Il livello che sa esprimere nei corsi di aggiornamento nazionali, l’originalità delle soluzioni tecniche adottate e la preparazione dei singoli e del collettivo mettono in risalto gli obbiettivi raggiunti: valorizzare al massimo l’elemento umano creando un’equipe in grado di articolarsi a soluzioni tecniche e a strumenti nuovi sempre in fase evolutiva.

Già si profilavano le successive tappe nell’evoluzione del soccorso alpino lariano e venivano evidenziate le problematiche su cui si sarebbero confrontati i successivi delegati: la figura del medico, le tecniche di intervento dall’alto, i nuovi attrezzi e le nuove metodologie di organizzazione e gestione che avrebbero modificato ancora una volta profondamente il modo di ooperare ma che sarebbero rimaste fedeli a due fattori considerati costanti: l’elemento umano e la sperimentazione.

Nel 1983 Riva, diventato Presidente Nazionale del CNSAS, introdusse su scala nazionale le sperimentazioni che aveva sviluppato dando un corso nuovo all’attività di soccorso in montagna.

Le sue intuizioni sono in gran parte ancora oggi valide ma soprattutto l’intreccio strategico individuato, fattore umano e sperimentazione, sono ancora oggi il viatico che ci serve per migliorarci e migliorare il servizio che come volontari facciamo alla comunità.  

 

Arrigoni Giacomo

Soccorso Alpino e Speleologico, Capostazione delle Grigne (Lecco e Mandello)

 

 

 

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