Una decina di giorni fa una signora veniva aggredita da un Rottweiler a Ballabio Inferiore, riportando serie ferite ad una gamba. In paese si è sviluppato un ampio dibattito sulla vicenda e in generale sulla cura di animali ritenuti "pericolosi". Ma è davvero così? E quanto incidono i comportamenti di chi i cani li possiede? Lo abbiamo chiesto ad una addetta ai lavori, dalla quale riceviamo questo articolo.
SVILUPPO DELL’AGGRESSIVITA’ NEI CANI
Il triste episodio avvenuto nei giorni scorsi a Ballabio riaccende nuovamente la discussione circa la pericolosità dei cani, in particolare di alcune razze. Il comportamento aggressivo è costituito da varie fasi: una iniziale che corrisponde a un comportamento di intimidazione e minaccia, una di azione, ossia di attacco vero e proprio, una di arresto e una refrattaria in cui cessa lo stimolo che ha indotto il comportamento indesiderato.
Un osservatore esterno può però non essere in grado di cogliere le avvisaglie che preludono ad un attacco. Inoltre, in alcuni casi particolari, si possono verificare alterazioni di tale sequenza comportamentale che causano un’improvvisa aggressione.
Le cause che scatenano tali atteggiamenti possono essere varie, da un tentativo di difesa territoriale o del proprietario, ad un istinto predatorio vero e proprio.
Gli studi epidemiologici che sostengono l’importanza della razza quale fattore di rischio sono in realtà controversi, e ciò è dovuto a una notevole variabilità individuale all’interno della stessa.
Al di la’ di una componente soggettiva tuttavia non si può negare che alcune razze sono maggiormente rappresentate fra i cani coinvolti in episodi di morsicatura.
Nell’eziologia dei comportamenti aggressivi un ruolo importante è rivestito dai neurotrasmettitori e dagli ormoni. Tra i primi uno dei più noti è sicuramente la serotonina. Studi effettuati attestano che alcune razze hanno una carenza di tale sostanza ed è stato dimostrato che tale fattore predispone ad un aumento dell’aggressività.
Anche gli ormoni, e in particolare quelli sessuali, giocano un ruolo importante. Non si può infatti negare che difesa del territorio e competizione per il partner sono tra le cause principali di comportamenti indesiderati.
Al di la’ delle cause biologiche però un ruolo centrale nello sviluppo comportamentale è rivestito dall’ambiente in cui l’animale vive. Fin dai primi giorni di vita la madre educa la prole verso comportamenti positivi come il rispetto gerarchico. A tal proposito un errore da evitare è separare precocemente la madre dai cuccioli, prima cioè dei dei 2-3 mesi; in questo periodo infatti costoro imparano a rispettare la gerarchia attraverso il contatto con i fratelli e con la madre.
L’educazione deve poi essere continuata dal proprietario già dai primi giorni. Il cucciolo, infatti, attraversa una prima fase in cui non conosce la paura seguita da una fase di timore verso le nuove esperienze.
E’ compito del proprietario rassicurare il cane in queste delicate fasi mediante un atteggiamento gentile ma fermo, così da far capire che è il padrone ad avere il ruolo dominante.
Un comportamento troppo accondiscendente ed insicuro genera confusione e può facilmente indurre aggressività nell’animale. Per questo motivo può essere utile far frequentare al cane un corso di addestramento, cosi’ che, attraverso l’aiuto di esperti cinofili, venga acquisito un metodo comunicativo corretto.
A tal proposito sta per essere istituito un patentino per proprietari. Questo documento attesterà la frequenza di corsi tenuti da esperti in materia comportamentale. La nuova iniziativa dimostra come negli ultimi anni la sensibilità riguardo la gestione dei nostri amici a quattro zampe sia notevolmente aumentata e fa comprendere l’importanza di una gestione corretta dei nostri beniamini per poter convivere serenamente senza pericoli per noi stessi e per gli altri.
Dott.ssa Mariacristina Soggetti
Ambulatorio Veterinario San Rocco (Introbio)
Tel. 0341.980054
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