L’obiettivo è, come spiega Alvaro Ferrari tecnico comunale di Introbio, ‘illustrare un quadro conoscitivo dello stato dell’ambiente mediante lo strumento del VAS (Valutazione Ambientale Strategica) e delineare lo schema di piano, gli orientamenti iniziali e gli obiettivi del PGT (Piano del Governo del Territorio)’.
Occasione per conoscere meglio il proprio territorio, sia per quanto concerne le caratteristiche naturali che il possibile sfruttamento delle risorse, per poter acquisire competenze che permettano scelte consapevoli e condivise, poiché a volte è difficile conciliare lo sviluppo industriale con il rispetto dell’ambiente, o il rispetto per i lavoratori stessi e la loro sicurezza, nei casi di aziende costruite in zone a rischio idrogeologico.
In particolare se analizziamo la situazione di Introbio notiamo che il territorio comunale è in maggior parte montagnoso (valle di Biandino fino al Pizzo Tre Signori), quindi difficilmente sfruttabile, e le sole zone pianeggianti rimaste sono quelle vicino al torrente Pioverna, in parte quindi a rischio esondazione e in parte già considerate zone verdi non edificabili. L’unica prospettiva possibile, per poter rispondere alle istanze costruttive dei cittadini, chiarisce Alvaro Ferrari, sarebbe dunque di densificare gli spazi urbanizzati già presenti. Non dimentichiamoci poi che Introbio è un Municipio con aspirazione storica a centro di servizi per i cittadini (scuole, uffici pubblici e sanità) e con una discreta vocazione turistica, anche se secondaria rispetto a quella industriale.
Se chiediamo alla storia risponde l’autoctono spirito imprenditoriale della valle che, per sopperire alle difficoltà logistiche e ai maggiori costi di trasporto dei prodotti , propone sempre nuovi percorsi di investimento, prodotti di eccellenza e alta specializzazione; come quando alla fine del 1800, racconta l’assessore GianFranco Magni, le miniere del ferro (principale commercio del territorio) calano mentre il costo dell’estrazione aumenta e a Introbio l’intuito che qualcosa sta cambiando sprona a cercare nuove risorse da sfruttare per la nascita delle moderne industrie, del formaggio, dell’acqua, prima per la produzione di energia elettrica poi di bevande, e più recentemente dei motori. Mentre altri paesi come Cortenova e Primaluna scelgono di reinvestire nella sapienza centenaria della lavorazione del ferro, che coniugata allo sviluppo tecnologico, riesce a trasformare le piccole imprese artigiane in grandi industrie con scambi a livello internazionale.
In Valsassina il lavoro rappresenta un valore primario, probabilmente la dignità stessa, e si crede, in certi casi non a torto, che oltre a nobilitare l’uomo lo renda anche più ricco, l’importante è ‘non stare mai con le mani in mano’, senza dimenticare però una sana compatibilità ambientale e il miglioramento, se possibile, della qualità di vita garantita a tutti i cittadini.
Si ringrazia per la consulenza GianFranco Magni ed Alvaro Ferrari