La Madonna a Primaluna. Editoriale Meno presenze del previsto: perche’?



La grande “M” di Maria la madre di Gesù che congiunge idealmente le apparizioni mariane in Europa tra varie località in più nazioni, va guardata con gli occhi della fede altrimenti non la si riesce a vedere. Un’Europa sempre meno cristiana e sempre meno cattolica. E’ ormai convinzione diffusa tra alcuni sacerdoti e molti fedeli che la Chiesa senza Gesù stia morendo, implodendo su se stessa. Non ci sono persecuzioni o persecutori: la chiesa è abbandonata dai suoi stessi fedeli.

Ieri sera non si è vista quella grande folla che forse ci si aspettava alla messa, in una Valsassina che ormai conta 20mila abitanti. Saranno stati duemila i fedeli che nella serata calda ma ventilata hanno assistito allo spettacolare arrivo della statua della Madonna pellegrina di Fatima che ha fatto tappa nel Decanato di Primaluna, ma almeno un migliaio non hanno partecipato alla funzione religiosa e sono andati a casa. Questo simbolo religioso è arrivato per la venerazione e la preghiera di tutta la Valle, non solo di una parrocchia e non per "fare spettacolo".

E’ lo stesso don Mauro Malighetti prevosto e decano della Valsassina ben consapevole delle difficoltà del suo gregge ad affermare che questo evento “Rappresenta un’occasione di evangelizzazione a livello pastorale. Intenderei questa venuta come una missione popolare vissuta attraverso la presenza della vergine Maria per ri-annunciare, in un momento difficile come il nostro, la centralità di Gesù”.

Qualche anno fa Luigi Giussani diceva: «La Chiesa ha incominciato ad abbandonare l’umanità perchè ha dimenticato chi era Cristo, ha avuto vergogna di Cristo». Lo scandalo della pedofilia ha certamente appannato l’immagine della chiesa, ma di più è quello che sta accadendo in una realtà in cui la mancanza del Gesù vero nella predicazione e nel vissuto sta esponendo la chiesa ad un pericolo mortale. Gesù infatti ha parlato alla mente e al cuore degli uomini, non di sessualità, di diritti o di poveri, ma di ciò che li definisce uomini oltre questo, della certezza di essere uomini anche senza questo(1).

Che sia necessaria una nuova evangelizzazione e anche una evangelizzazione da zero di territori che hanno sempre avuto nelle Chiese delle “pietre vive” è ormai convinzione diffusa anche nelle gerarchie ecclesiali. Non è ben chiaro da chi e come debba essere realizzata questa evangelizzazione. Se si vuole che il cristianesimo torni ad essere vitale in Occidente bisogna trovare un metodo nuovo per dire quello che Gesù è stato da solo capace di dire all’umanità nella storia(1). Senza paura e con coraggio. Stavolta senza l’appoggio del potere e senza imposizioni forzate, con la certezza e lo stile di vita che solo il vero cristiano sa avere.

Sembra poco  praticabile che questa nuova evangelizzazione la debbano sostenere i sacerdoti o i religiosi che per l’80% sono anziani, secolarizzati e cresciuti con un modello di chiesa che non esiste più e che loro stessi hanno contribuito a far scomparire. L’esortazione del cardinale Hummes in occasione della fine dell’anno sacerdotale «E’ urgente alzarsi e andare in missione» rischia di cadere nel vuoto.
Per Hummes, sia «la scristianizzazione dei paesi di antica evangelizzazione», sia «la nuova evangelizzazione che spesso dovrà essere una vera prima evangelizzazione», oltre al «primo annuncio» negli ambiti della missione “ad gentes”, mostrano «l’immensità dell’opera missionaria ancora da svolgere» e la perenne attualità dell’invito di Cristo “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura”.

L’ammonimento ai sacerdoti è di quelli che non ammettono repliche e riguarda l’ormai scomparso sacramento della confessione: «Laddove il sacerdote non è più confessore, diventa operatore sociale religioso» «Quando il sacerdote si allontana dal confessionale, entra in una grave crisi di identità» e «Un sacerdote che non si trova, con frequenza, sia da un lato che dall’altro della grata del confessionale subisce danni permanenti alla sua anima e alla sua missione» una esortazione che va dritta al cuore delle nostre parrocchie.

Lo stesso cardinal Bertone, intervenendo in Vaticano al convegno "Sacerdoti oggi", promosso dal movimento dei Focolari, ha riconosciuto che lo scandalo della pedofilia tra le fila del clero ha «inciso negativamente sulla credibilità della Chiesa».

«Da questo dolore – ha proseguito il segretario di Stato vaticano – scaturisce una presa di coscienza provvidenziale: occorre vivere una stagione di rinascita e di rinnovamento spirituale, seguire con coraggio la via della conversione, della purificazione e della riconciliazionè, trovare nuove vie per trasmettere ai giovani la bellezza e la ricchezza dell’amicizia con Gesù Cristo nella comunione della sua Chiesa, come ci ha invitato a fare Benedetto XVI con la sua Lettera pastorale ai cattolici dell’Irlanda».

Anche la via del laico “formato” non sembra essere facilmente percorribile, il rischio è di ritrovarsi in presenza di personale che non riesce ad avere la dedizione, la disponibilità e l’amore per la propria comunità come solo un sacerdote o una suora possono avere. La famiglia, una vita privata personale e la necessità di uno stipendio per il sostentamento sono dei grossi limiti all’attività pastorale che rendono queste figure poco accettate dai fedeli.

Quali strumenti usare per questa evangelizzazione che deve avere come obiettivo le nuove generazioni?
L’utilizzo di eventi che la chiesa ha ereditato dall’antica Roma e dal Medioevo non sembrano proponibili alle giovani generazioni, assai poco interessate al folklore tradizionale che ha accompagnato la fede dei nostri nonni e che già i nostri padri hanno cominciato a rifiutare. Ai giovani serve semplicità e persone che hanno ben presente com’è la vita e che l’hanno provata, proprio come san Francesco d’Assisi che, prima di fare delle scelte consapevoli, "se l’era ben goduta" diventando poi esempio per i suoi coetanei.

 
Fonti:
Avvenire on line http://www.avvenire.it/Chiesa/anno+sacerdotale+preti_201006091342485530000.htm
(1)Il Giornale 09/06/2010 "La crisi religiosa: senza Gesù sta morendo la Chiesa" di Ida Magli

 

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