Echi dalla presenza della Madonna di Fatima La testimonianza di un volontario



Questo piccolo racconto si riferiisce alla "Giornata della sofferenza", uno dei momenti più intensi nel corso della settimana che ha visto a Primaluna tante visite alla statua della Madonna Pellegrina di Fatima. Quel giorno, persone anziane e soprattutto disabili hanno affollato la chiesa del paese; ad aiutarli, vari volontari. Tra i quali il nostro "Gregario" (così si firma, preferendo rimanere anonimo e in qualche modo "qualunque").


Ospiti "speciali", grazie

"Com’è?" chiedevo ai volontari che hanno prestato servizio nei giorni precedenti davanti alla chiesa di Primaluna.
Le risposte erano tutte dello stesso tenore  "ci si diverte sicuramente di più a spalare fango o a costruire ponti" .
Mercoledì era la giornata della sofferenza e io ero di servizio, dalle 13 alle 19. Pioveva pure a catinelle.
Ma devo dire che mi sono divertito come un matto.
Accompagnare anziani e disabili si è rivelato un bel mestiere.
Mai avuto "clienti" così simpatici, calorosi e diversi uno dall’altro, speciali come stupidamente non mi sarei mai aspettato.

Mi ha fatto un bene immenso vedere l’affetto degli accompagnatori, non solo pazienza o sopportazione ma amore e rispetto.
Le "famigerate" badanti, spesso più solerti degli stessi famigliari, umili e silenziose figure che magari non parlano bene la lingua del figlio ma capiscono più di lui i desideri della madre.

La vera folgorazione l’abbiamo avuta tutti quando sono arrivati i mezzi della Sacra Famiglia di Perledo .
4 spettacolari accompagnatrici che con gesto atletico si intrufolano tra le carrozzine per sganciare il freno, portare un fazzoletto o calmare
chi è un po’ intimorito dalla folla. Tutti chiamati con il proprio nome, tutti hanno attenzione e coccole nonostante il rapporto numerico assistente/assistito
sia sfavorevole. Queste donne che potranno andare in pensione a 65 anni, mi dicono ridendo.

I giovani Down: ogni persona che accogli è un vecchio amico ritrovato, o almeno si comporta e ti fa sentire come tale.
Che quando lo hai fatto sedere in chiesa sono saluti, rassicurazioni che ci si rivede finita la funzione, e via un altro che si ricomincia.

Il mio nuovo amico A., disabile non grave che sotto la pioggia lavora come e più di noi "gialli" a spostare transenne e cercare di tenere sotto l’ombrello
i pellegrini a rotelle. So che dovrei allontanarlo da situazioni di potenziale pericolo e lo sanno anche i miei colleghi ma A. sta facendo una cosa che gli
piace, chiacchiera e lavora mentre la sua famiglia assiste alla funzione e ognuno gode della presenza dell’altro.

Alla fine delle 6 ore di turno eravamo fradici.

Mi si è rivolto molte volte con un "grazie" quel giorno, e ho risposto con tanti "prego".

Adesso tocca a me, in forma quasi pubblica dire un grosso "grazie" a tutte le meravigliose persone che mi hanno fatto compagnia mercoledì, gli altri volontari, gli accompagnatori.

Ma sopratutto gli ospiti "speciali" di quel giorno.

Grazie

 

 

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