Inaugurata questa mattina a Cortabbio, con la presenza di autorità ecclesiastiche e alcune autorità comunali, la piazzetta dedicata al Beato Don Carlo Gnocchi. Dopo la sfilata delle personalità ecclesiastiche e civili per le vie del paese, accompagnate da non tantissima gente e dal suono della Banda Santa Cecilia di Cortabbio, si è proceduto all’inaugurazione della piazza. Con parole emozionate dette tra le note della banda Santa Cecilia di Cortabbio e le canzoni del Coro Voci nel Tempo, viene scoperta la targa che identifica la piazza situata proprio davanti alla sede degli Alpini di Cortabbio
Presente Monsignor Angelo Bazzari, presidente della Fondazione Don Carlo Gnocchi che ha avuto parole di stima verso il beato, invitando a seguire il suo esempio in "questo mondo globale dove esiste una grande scacchiera che mette da una parte i ricchi e dall’altra i meno abbienti". "Don Carlo Gnocchi era un alpino tra gli alpini, questa piazza dedicata a lui va dedicata anche agli alpini che sono sopravvissuti, morti e scomparsi per la patria".
Mauro Artusi, primo cittadino di Primaluna ha parlato del coraggio degli alpini e di come questi siano sempre pronti a dare una mano, anche nelle piccole cose di tutti i giorni.
Emozionate le parole di Giovanni Beri, presidente del gruppo alpini di Cortabbio che ha ricordato ai presenti "il bello che è essere alpino"
"L’apostolo dei mutilatini" nacque a S. Colombano al Lambro il 25 ottobre 1902, a 2 anni divenne orfano di padre e la famiglia si trasferì prima a Milano e poi a Besana Brianza.
Quando l’Italia entrò in guerra don Carlo Gnocchi si arruolò volontariamente come cappellano militare del Battaglione degli Alpini ‘Val Tagliamento‘, che partecipò alla campagna di Grecia.
Di ritorno, volle pure partecipare da ‘sacerdote’ alla campagna di Russia, come cappellano degli Alpini della Divisione Tridentina; la disastrosa ritirata del gennaio 1943, che vide la morte di numerosi soldati, lo colpì profondamente, provocandogli una forte crisi spirituale che trovò il suo sbocco nell’assistenza degli orfani degli alpini, dei mutilatini di guerra, vittime dei bombardamenti e degli ordigni bellici scoppiati fra le loro mani e degli handicappati di ogni genere.
Don Carlo Gnocchi fu il "don Bosco" di Milano, la sua vita ebbe due fasi, divise dalla Seconda Guerra Mondiale, la prima lo vide come educatore, intento alla riflessione e alla ricerca spirituale e culturale, la seconda come uomo d’azione, rapido, instancabile, ansioso di creare e realizzare le sue idee e opere, prima che il tempo si concludesse per lui.
Morì il 28 febbraio 1956, donando le sue cornee che furono espiantate e trapiantate a due ragazzi ciechi.
Sono in corso i processi canonici per la sua beatificazione, iniziati il 3 dicembre 1986, con la formale richiesta alla S. Sede da parte dell’arcivescovo di Milano, cardinal Martini.
Il 20 dicembre 2002 il Papa lo ha dichiarato venerabile. Il 25 ottobre 2009 è stato beatificato e la sua festa liturgica è stata fissata al 25 ottobre.
La sfilata degli Alpini, banda e autorità per le vie del paese. |
Inaugurazione della piazzetta Beato Don Gnocchi |