I COMUNI DELLA VALLE TRA OTTO GIORNI IN PROVINCIA. A LEZIONE DI IDROGRAFIA



Argomento dell’incontro, la famosa questione dei canoni che la Norda da anni versa per lo sfruttamento delle acque di alcuni bacini (diversi) insistenti di qua e di là del Pioverna. Si aspettano molto in particolare Introbio e Primaluna ma anche Pasturo e Taceno, eppure al meeting sono stati invitati tanti altri paesi "limitrofi" come Ballabio, Perledo, Parlasco e perfino Mandello. C’è da attendersi una disputa tra i comuni sede di concessioni minerarie (i primi) ed eventualmente gli altri, quelli "tirati in ballo" dalla Provincia.

Sarà dunque importante verificare le nozioni di tutti in campo geografico e soprattutto idrogeologico. Perché i fondi che derivano dai canoni Norda sono rilevanti (ammontano ogni anno a centinaia di migliaia di euro) e sebbene l’ente provinciale possa finanziare "solo" fino al 70% dei progetti presentati dagli interessati, in tempi di vacche magrissime come questi avere o non avere o avere solo in parte qualche decina di migliaia di euro può diventare davvero importante.

In un precedente incontro a livello tecnico (con Introbio) ci fu qualche divergenza di vedute proprio in materia di interpretazione relativa ai bacini idrografici del Troggia e del Pioverna; ora questa convocazione "assembleare" potrebbe preludere a discussioni anche accese, dato che nella lettera di invito ai Comuni si parla di un incontro in cui gli enti locali dovrebbero "illustrare i loro progetti" relativi esattamente all’utilizzo "dei canoni di concessione delle acque minerali naturali da imbottigliamento".

Canoni sui quali in particolare Introbio e Primaluna contano di tenere per loro la maggior parte di quanto deriva dallo sfruttamento delle fonti localizzate sopra i due paesi, in Val Biandino. Ecco allora qualche elemento di valutazione ad anticipare le possibili interpretazioni.che il 20 luglio saranno al centro della discussione. Iniziamo con la definizione tecnica di "bacino idrografico":

(Da Wikipedia)
Il bacino idrografico è una porzione di territorio che, a causa della sua conformazione orografica, raccoglie acque meteoriche o provenienti dallo scioglimento di ghiacciai o nevai che scorrono confluendo tutte verso un solco d’impluvio dando origine ad un corso d’ acqua, o verso una conca o depressione dando origine ad un lago o a una zona paludosa. Esso differisce dal bacino idrogeologico in quanto quest’ultimo non considera il solo deflusso di acque superficiali, ma anche il flusso quelle presenti nel sottosuolo.

Se le acque raccolte sono solo quelle dovute alle precipitazioni si parla di bacino imbrifero.

In un bacino idrografico vallivo è possibile identificare un luogo di convergenza delle acque, detto sezione di chiusura, attraverso il quale passa tutto il volume dell’acqua raccolta superficialmente. L’altitudine cui si trova la sezione di chiusura è la quota di riferimento nelle misure di altitudine relative al bacino.

Il perimetro di confine di ogni bacino, una volta individuata la sezione di chiusura, viene riconosciuto mappando a partire dalla sezione di chiusura la linea oltre la quale le acque scorrono sul terreno seguendo un altro percorso che le porta a raccogliersi in un diverso bacino idrografico, questa linea è chiamata linea spartiacque o semplicemente spartiacque. Lo spartiacque è definibile su una carta topografica collegando i picchi di massima altitudine con una linea sempre perpendicolare alle curve di livello, avente quindi la direzione del versore di massima pendenza. Il punto più basso dello spartiacque è chiamato incile.

Ma veniamo al bacino che più sta facendo discutere, quello del torrente Troggia. Valsassinanews ha fatto realizzare da uno studio specializzato milanese la cartina che riproduciamo di seguito; un documento che non si presta a particolari interpretazioni "di parte":

 >>> INGRANDISCI L’IMMAGINE (in Pdf)

 

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