La rottura tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini l’aveva ipotizzata già parecchio tempo fa. In occasione di una intervista rilasciata a Ballabio News, Bruno Colombo aveva detto tra l’altro: "Nella logica di oggi sei come dentro una caserma, col generale che ti dà gli ordini. In questi partiti è pretesa la fiducia cieca al capo, non c’è dibattito interno". Profetico. Oggi però, come la vede? Cambierà qualcosa nei rapporti interni del centrodestra anche in Valsassina? Il "Bru.Co." non ne è convinto. "In Valle non cambierà nulla, c’è troppa piaggeria e chi è legato al capo carismatico proprio non capisce. D’altra parte, la libertà non si vende a un tanto al chilo…".
Non altrettanto però, in quel di Lecco. "Beh a livello provinciale aumentano i consensi a Fini in modo esponenziale, anche tra i fondatori della prima ora di Forza Italia".
"Lo strappo potrebbe far saltar fuori chi sono davvero i finiani locali" dichiara invece Davide Combi, 39enne assessore all’agricoltura, parchi, caccia e ambiente della Comunità Montana nonché membro della giunta comunale di Moggio. "Se la rottura tra i due leader servirà per capire chi sta con chi – prosegue Combi – la cosa potrebbe perfino diventare positiva, se finalmente ognuno si schiererà in modo chiaro e senza doppiogiochismi".
E in Comunità Montana? "Lì ci sono già ben cinque gruppi costituiti: oltre a Lega, Pd e Gruppo Misto ne esistono due sotto le insegne del Pdl. Uno è quello ufficiale, il maggioritario; l’altro ("Pdl per la Comunità Montana") comprende tra gli altri Molteni, Artusi di Crandola, Alborghetti, Gianfranco Magni e Agostini".
Insomma, questi ultimi dovrebbero dichiararsi anche in Comunità "per Fini"? Dalle parole di Combi sembrerebbe proprio così.
DAL "GIORNO" – edizione Lecco del 31.07.2010
«NON CI SARÀ nessuna ripercussione sull’attività delle amministrazioni locali lecchesi per la rottura tra Berlusconi e Fini». Daniele Nava, presidente provinciale di Lecco ed ex di Alleanza nazionale, non ha dubbi e afferma: «La componente finiana nel nostro territorio è nulla, non c’è nessuno tra gli assessori o i consiglieri provinciali, quindi non ci sarà nessun problema nella gestione della Provincia o dei comuni. Su quanto accaduto tra Berlusconi e Fini credo che il Presidente del Consiglio abbia fatto la scelta giusta, non si poteva più andare avanti così, ritengo che Fini stia abusando del suo ruolo istituzionale in questo frangente». Anche Mauro Piazza, proveniente da Forza Italia, afferma che la scissione non avrà ricadute: «A parte qualche rappresentante in alcuni piccoli comuni che forse può fare riferimento all’area finiana, nelle istituzioni e nei ruoli chiave a livello politico sul territorio lecchese non c’è nessuno che si richiami a Fini. A livello locale possiamo quindi stare tranquilli».