E’ nato tutto dalla passione per la musica, la musica concreta, quella suonata che ha spinto Alessio Benedetti a collezionare oggettistica: CD, LP, musicassette poster e tutto ciò che parla del Rondò Veneziano e del loro maestro e direttore Gian Piero Reverberi. Il collezionismo è iniziato diversi anni fa anche se la possibilità di esporre è nata solo circa tre anni fa. La collezione è stata esposta a tre di questi concerti (Friburgo, Locarno, Lugano) riscuotendo complimenti da parte del pubblico, degli orchestrali e del maestro Reverberi stesso con tutto il suo staff.
La prima esposizione della collezione di Benedetti è avvenuta a Friburgo il 20 gennaio 2007, quattrocento pezzi che comprendono ben 231 canzoni composte dal maestro, il tutto esposto in una dozzina di bacheche hand-made. Una collezione che non ha ricevuto il patrocinio ufficiale dell’orchestra anche se Benedetti è diventato un po’ la fonte e la base per la ricerca e il collezionismo sul Rondò Veneziano.
Si tratta di un ensemble musicale italiano che unisce la musica barocca prodotta da una tipica orchestra da camera alle sonorità della musica pop e rock. È stato ideato e creato nel 1979 ed ha inciso circa trenta album discografici. Il tipo di musica, classico ma allo stesso tempo contemporaneo, ed il modo in cui si presenta l’orchestra, che suona in abiti settecenteschi, ha destato subito l’interesse e la curiosità del pubblico: l’ensemble raggiunse immediatamente il successo agli inizi degli anni ottanta. Dal 2008 il gruppo si è presentato a Cham in Svizzera in abiti scuri da concerto, senza costumi e senza parrucche. Un cambiamento verso una versione classica ed acustica del repertorio già conosciuto nella versione Crossover, una vera e propria orchestra da camera.
Una delle speranze di Benedetti, ideatore e geloso custode della collezione, è di riuscire ad esporla ad uno dei prossimi spettacoli del Rondò Veneziano che si terrà a Monaco dove l’orchestra trova un pubblico enorme ad aspettarla ed acclamarla, una vera seconda patria per questo gruppo purtroppo molto più apprezzato all’estero che in Italia.
Sotto: foto della mostra di Alessio Benedetti