La sorella si avvicina per dargli delle pastiglie che lui accetta malvolentieri e con rassegnazione. "Una liturgia quotidiana", la chiama. Sono medicine, mentre le sedie si riempiono di fronte alla sua. Si emoziona, spiegano i due a doppia voce. Ed è questo sentimento e una grande intelligenza che hanno iscritto nella storia don Luigi Melesi da Cortenova. Ora si trova nella corte di villa Merlo, l’edificio storico della Fornace di Barzio. Fuori c’è la Sagra, qui invece sono raccolte alcune decine di persone venute a rendere omaggio a un uomo grande a cui verrà consegnata di lì a poco una targa con 5 chiavi. Il primo Premio Sagra.
Vicino c’è il direttore del Giornale di Lecco Giancarlo Ferrario, pronto a condurre questo incontro tra un protagonista poco conosciuto ai più e le persone che sono venute a conoscere da vicino una persona rilevante nel passato recente del nostro Paese.
Melesi è l’uomo che ha aperto il dialogo tra le Brigate Rosse e lo Stato, ha permesso la consegna delle armi nelle mani dell’allora vescovo di Milano cardinal Martini e – quasi sconosciuta vicenda – ha sventato tre attentati in altrettante carceri, una del centro Italia, una a Novara e quella vicino di Bergamo, ormai minate dalle ultime Brigate Rosse. E’ riuscito, quindi, ad evitare tre bagni di sangue. Certo quando don Melesi racconta come l’esposivo destinato al carcere di Bergamo fosse stato nascosto nel telaio delle finestre della prigione, prima ancora che queste venissero messe in opera nel penitenziario, fa sospettare che il fenomeno Brigate Rosse fosse molto più capillare di quanto chi ha vissuto quei momenti non riuscisse a percepire.
Don Luigi è stato un religioso, salesiano, che con il "linguaggio del cuore" ha fatto deragliare dalla strada della violenza verso quella della pacificazione la vita di molti che nelle armi avevano creduto di trovare la forza per le loro ragioni. Ce lo ha raccontato nel libro "Un prete da galera", perché Melesi è stato un cappellano delle carceri, prima in quelle minorili (Arese, il Beccaria) poi a san Vittore. Lì ha incontrato i terroristi e ha trovato il modo "non con il duello, non con la repressione, ma con il dialogo" per aprire una strada di comprensione reciproca.
Il suo è un linguaggio diretto e semplice: chiunque vi si può immergere. Sono parole che ogni tanto si spalancano, con una piccola finestrella, nel grande orizzonte della cultura occidentale. Cita filosofi (ad esempio il matematico Pascal) e anche papi (Paolo VI). Una boccata d’aria proveniente da grandi pensatori, che non disturba e non distrae dal discorso incentrato sull’importanza delle relazioni, del fare comunità, di essere famiglia. Di ascoltare e ascoltarsi.
il Premio Sagra, istituito per la prima volta quest’anno, è destinato a quei valsassinesi che si siano distinti a livello nazionale in ambito artistico, sociale e imprenditoriale.
SOTTO Due video: il primo abbina Cortenova degli anni giovanili di don Luigi Melesi con i valori dell’amicizia e della famiglia; nel successivo alcuni passaggi di storia d’Italia raccontata dal vivo