Anche Valsassinanews aveva ripreso l’argomento, riportando stralci dell’articolo pubblicato sul giornale. Correttamente, avevamo poi chiesto un commento allo stesso Bertoldini. Ecco al proposito la missiva inviata oggi da quest’ultimo al "Giorno", con la richiesta di rettifica e alcune importanti precisazioni sul tema:
Faccio seguito al colloquio telefonico di ieri per nuovamente contestare le gravi ed inveritiere affermazioni contenute nell’articolo a sua firma riportato a pagina 2 dell’inserto di Lecco del quotidiano “Il Giorno” del 30 settembre 2010.
Si parte dal titolo “Baite e alpeggi: per il giudice il tributo è illegittimo”. L’affermazione non è rispondente al vero. Nessun giudice ha infatti emanato una decisione che statuisca nel senso dell’illegittimità di un tributo (tra l’altro non meglio specificato) su baite ed alpeggi siti nel territorio del Comune di Premana.
L’esordio del “pezzo” continua tuttavia in questa direzione: “Il comune chiede la gabella sugli usi civici, ma non ha censito alcuna baita” e prosegue: “La sentenza del Tribunale di Lecco avrà effetti sulla riscossione del tributo annuo che oscilla tra i 2 e 3 mila euro per ogni unità abitativa o alpeggio. Quindi gli oltre 400 proprietari di baite potrebbero chiedere la restituzione o comunque la sospensione del pagamento della quota che annualmente viene versata”.
Nel prosieguo si fa riferimento alla pronunzia resa nella causa tra due fratelli che non ha visto il Comune essere parte in causa ed il cui oggetto non ha nulla a che fare con il pagamento dei tributi. La sentenza, che ha una valore esclusivamente processuale e non sostanziale, si è limitata a decidere il rigetto dell’opposizione di improcedibilità della domanda, senza poter ovviamente nulla decidere sull’esistenza o meno degli usi civici, ciò che non costituiva neppure oggetto di domanda. Occorre inoltre rilevare come nessuna rilevanza possano avere eventuali considerazioni del giudicante sul mancato raggiungimento della prova dell’esistenza di un presupposto, quello cioè dell’esistenza dell’uso civico, che costituiva elemento dell’impianto difensivo di una delle parti. Giova ribadire infatti che il Comune di Premana non era e non è parte in causa e che dunque nessuna statuizione del Giudice poteva decretare la legittimità o meno di tasse e tributi (tra l’altro materia estranea a quelle della giurisdizione civile).
Assolutamente falsa inoltre la circostanza che il Comune abbia mai richiesto tributi di migliaia di euro all’anno per le baite in oggetto, come falsa e fuorviante è l’affermazione testuale riportata a pag. 3 nell’occhiello “Gli introiti, L’amministrazione di Premana incassa ogni dodici mesi più di 600mila euro per gli usi civici”
Va piuttosto precisato che:
gli usi civici relativamente agli alpeggi premanesi esistono e sono stati censiti in un elenco predisposto già nel 1939 dall’allora Commissario liquidatore degli usi civici ai sensi della legge 1927 n.1766;
il Consiglio Comunale di Premana con deliberazione n.67/1994 in data 20 dicembre 1994, deliberava di provvedere alla regolarizzazione dei terreni gravati da uso civico siti nel territorio censuario di Premana e di approvare la relazione relativa ai terreni di proprietà del Comune di Premana e gravati da uso civico;
La Regione Lombardia approvava con decreto in data 26.05.2009 l’alienazione delle porzioni soggette ad uso civico, previo recepimento degli elenchi dei possessori delle stesse;
Le baite sono state tutte regolarmente censite in catasto ed appartengono alla categoria catastale a/11, categoria in relazione alla quale, a titolo di ICI, verranno a corrispondere ogni anno al Comune somme modestissime, nell’ordine massimo di alcune decine di euro all’anno;
Le somme che saranno ricavate dalle assegnazioni (mediamente alcune centinaia di euro per ogni situazione) dovranno essere obbligatoriamente reimpiegate dal Comune per effettuare opere di miglioria sugli alpeggi, previa autorizzazione della Regione Lombardia ed intesa con ciascun Capo d’Alpe e dunque torneranno immediatamente a vantaggio dei proprietari delle baite;
L’attività giornalistica, per costante insegnamento della giurisprudenza, è assoggettata ad un obbligo di verifica delle fonti che, pur tenuto conto del diritto di critica e di cronaca, deve portare ad un vaglio diligente e serio dei fatti allo scopo di verificarne la veridicità e la fondatezza.
Nella fattispecie questo non è avvenuto: sarebbe stato infatti sufficiente domandare informazioni al Comune per evitare di dar conto di circostanze clamorosamente non rispondenti al vero, attingendo alla copiosa documentazione agli atti del Comune. È appena il caso di far presente come tale documentazione è a piena disposizione per gli accertamenti del caso, accertamenti che ben potrebbero essere condotti anche presso l’Ufficio del Territorio di Lecco per quanto attiene ai presunti “mancati” accatastamenti.
Ci attendiamo una pronta rettifica dell’articolo in parola, rettifica che, nel dar conto dell’effettiva situazione, possieda una evidenza almeno pari a quella del “pezzo” contenente le affermazioni contestate. Il tutto con l’espresso avviso che, in difetto, nostro malgrado ci vedremo costretti ad intraprendere le necessarie azioni civili e penali a protezione degli interessi lesi.
Silvano Bertoldini
Sindaco di Premana