Proprio quei pini probabilmente hanno scongiurato conseguenze ben superiori. In ogni caso agli occhi di chi si è recato oggi sul posto, le dimensioni del distacco della scorsa settimana sono apparse "enormi". Massi giganteschi, un paio di cascine interessate (una, disabitata, ha avuto un muro sventrato da un macigno caduto dall’Angelone). Ma come detto, gli avi hanno lavorato bene: siccome questi "sfaldamenti" dello Zucco non son certo cose nuove, già da tempo (si parla di almeno mezzo secolo fa) erano stati piantati degli alberi che in questa occasione hanno fatto il loro dovere, "frenando" il formidabile smottamento avvenuto nella notte tra il 6 e il 7 ottobre.
Di questo accadimento e di altro si parlerà venerdì sera a Introbio nel corso di una assemblea aperta organizzata nel salone consiliare del Comune, a Villa Migliavacca. Un incontro che già proponeva un nutritissimo ordine del giorno, al quale è stato aggiunto successivamente il punto riguardante proprio il distacco di rocce dall’Angelone.
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L’ordine del giorno, a cui si aggiunge la vicenda della frana