Sabato serata culturale a Primaluna: un libro di Federico Oriani



L’opera, con numerosi rimandi bibliografici e archivistico-documentari, nonché dotata di un ricchissimo apparato iconografico (fotografie d’archivio e non, cartoline d’epoca, mappe catastali, progetti ecc.), si propone di ricostruire storicamente – contemperando rigore di studio e agilità di linguaggio – l’intricata rete di vicende connesse all’area sacra della Robiasca che inizia nel 1630 quando fu eretta una cappella nel luogo in cui vennero inumate le vittime del contagio reso celebre dal Manzoni che lo scelse come fondale storico per il suo capolavoro.
 
Tra la seconda metà del Settecento e i primi anni Venti dell’Ottocento, a seguito delle nuove leggi napoleoniche che imposero l’allontanamento dei cimiteri dai centri abitati per motivi igienici, si decise di spostare il camposanto da Via Rena, dove oggi sorge l’ossario, in località Robiasca dove tra il 1813 e il 1814 fu eretto un oratorio dedicato a S. Matteo.
 
Quando nel 1817 scoppiò in Valsassina una violenta epidemia di tifo petecchiale, il paese più colpito fu Barzio e tutti i malati barziesi furono ricoverati all’ospedale al Cantello (il 12 aprile si registrò il picco di ben 124 malati ospitati). Di fronte al dilagare dell’epidemia i barziesi fecero un voto per essere preservati dal morbo: nacque così la processione "alla terza di settembre" che si celebra ancora oggi e in cui la comunità di Barzio ricorda i propri defunti con una celebrazione eucaristica e una processione al cimitero.
 
Nel 1935 fu costruita nei pressi del cimitero la Grotta di Lourdes a seguito di una guarigione miracolosa di una barziese, Margherita Ruffinoni che nel 1930 andò in pellegrinaggio verso la cittadina ai piedi dei Pirenei e tornò guarita.
 
Il 31 dicembre 1944 lungo il muro del cimitero furono fucilati per rappresaglia undici prigionieri provenienti dal comando di Introbio: a ricordo delle vittime della lotta partigiana fu realizzato un monumento a giardino trapezoidale recintato.
 
A coronare l’area sacra della Robiasca furono poste nel 1973 quattordici croci in legno lungo i vialetti del giardino circostante la Grotta di Lourdes perché fungessero da stazioni di una grande Via Crucis all’aperto.
 
Nel volume vengono poi ricostruite meticolosamente le vicende storiche dell’area cimiteriale e della sua chiesa fino ad oggi con un’ampia digressione sulla fiera che si teneva in occasione della festa liturgica di S. Matteo. Nel volume vengono, inoltre, ricordati anche alcuni rilevanti personaggi legati al paese come il medico Giacomo Sacchi (1769-1817), morto di tifo petecchiale che mieté a Barzio parecchie vittime.
 
 
 
 

 

 

 

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