— LECCO —
DALLO SCANDALO per il rinnovo del Consiglio e del direttivo a Milano fino ad arrivare a parentopoli. La bufera sull’Aci tocca anche il territorio lecchese.
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Scovando tra le carte, che sono anche al vaglio delle Procure di Milano e Monza, si scopre che decine di lecchesi sono diventati soci Aci negli ultimi mesi, e la maggior hanno aderito ad un’agenzia fuori dal territorio provinciale. Molti quindi i dubbi e gli interrogativi. Tra questi c’è la cuoriosità di Introbio, dove nove risidenti sono diventati soci dell’Automobile Club in modo quanto mai strano. Infatti le tessere ACI ONE da 35 euro sono state acquistate in una delegazione dell’ACI in piazza Italia a Lissone. Fin qui nessun problema, anche perché, come ha chiarito il presidente nazionale Aci Enrico Gelpi, ognuno è libero di associarsi dove vuole.
SINGOLARE però che nove introbiesi abbiano compiuto un viaggio fino a Lissone per acquistare la tessera. Su questa vicenda, come altre che interessano il nostro territorio, si pone l’attenzione dei magistrati. Il primo interrogativo: sono soci veri oppure sono stati attivati in vista delle rinnovo del direttivo Aci milanese? I due magistrati di Milano e Monza, Alfredo Robledo e Corrado Carnevali, stanno vagliando anche i tempi dell’acquisto delle tessere, che è concentata prevalentemente nell’area della Brianza. Tra i nomi emersi fin qui spiccano quelli di Sergio Piazza e Gianni Zongaro, il primo già sindaco di Introbio e il secondo è il procuratore della società che lavora da tantissimi anni con Sias.
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L’inchiesta si sta allargando e cercherà di far luce sulle adesioni all’Aci dell’ultimo anno. Il reato ipotizzato è truffa. Sull’Aci lecchese sono ancora molti i dubbi sulla gestione del precedente gruppo dirigente, che presto sarà approfondito.
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