Il taglio interessa una superficie complessiva di circa 25 ettari divisa in due lotti contigui, per un prelievo legnoso stimato in circa 18.000 q.li, tutto di faggio con destinazione legna da ardere. L’aggiudicazione è avvenuta con un’offerta economica unitaria che oscillava fra 0,50 €/q.li e 1,00 €/q.le in base all’accessibilità dei singoli lotti boschivi.

L’intervento sul piano selvicolturale consisterà in un avviamento all’alto fusto di un ceduo invecchiato pressoché puro di faggio, il tutto in conformità con le indicazioni del Piano di Assestamento di Casargo. Gli introiti andranno in massima parte al comune di Casargo in quanto proprietario dei boschi. La progettazione degli interventi, l’esperimento delle procedure di gara e la Direzione Lavori sono stati affidati al Consorzio Forestale Lecchese ed in parte cofinanziati dalla Comunità Montana.

Cosa sono i tagli di avviamento all’alto fusto?
Molti dei nostri boschi di latifoglie (castagno, robinia, carpino, faggio, etc.) fino ad un recente passato, erano governati a ceduo, ovvero ogni 10/15 anni si procedeva al taglio della maggior parte delle piante presenti (polloni) per ricavarne legna da ardere e in minor quantità paleria o similare. La tendenza naturale delle piante è quella di riprodursi per seme e quindi di andare a creare una pianta singola, con un tronco solo. Il passaggio da un ceduo, caratterizzato da tanti polloni che si dipartono dalla ceppaia ad una fustaia, con un solo fusto per ceppaia, può avvenire per vie naturali lasciando alla Natura il tempo di selezionare il pollone migliore che per concorrenza diretta elimina gli altri. Oppure l’opera del Forestale simula e accelera la Natura, andando artificialmente a tagliare i polloni in eccesso e lasciando solo uno o due polloni per ceppaia. Questo intervento selvicolturale và sotto il nome di avviamento all’alto fusto; avvio il mio bosco ceduo verso una fustaia.