VENERDI’ VIENE OPERATO A SESTO L’UOMO DI PAGNONA CHE HA PERSO TRE DITA



F.T. era rimasto gravemente ferito mentre tagliava dei cespugli con la motosega in un terreno di Pagnona , amputandosi tre dita di una mano. Era stato soccorso e trasportato al "Manzoni" di Lecco dove era stato ricoverato in Ortopedia. Successivamente, il trasferimento nella clinica specializzata "Multimedica" di Sesto, un centro di eccellenza proprio per la cura della mano, dove con ogni probabilità verrà operato domani, venerdì, nel tentativo di fargli recuperare il più possibile la funzionalità dell’arto.

"Stabilizzate" a Lecco le condizioni dell’infortunato, ossia fermata l’emorragia e curato il trauma, per lui si sono aperte le porte del centro Cumi (Coordinamento Urgenze Mano Italia) dove è stato valutato che fosse possibile attendere fino a domani per l’intervento. Attualmente la medicina non si limita a riattaccare l’arto o le falangi, ma punta a riconsegnare al paziente anche la loro funzionalità, ossia a restituire sensibilità e abilità motoria, insomma quasi tutto come prima dell’incidente.

Il caso di F.T. è complicato dalla tipologia del taglio, una sega circolare crea più danni di una a nastro. Ne abbiamo parlato con il primario di chirurgia della mano della clinica Multimedia, Giorgio Pajardi che è presidente in itinere della Società italiana di Chirurgia della Mano e fondatore del Centro studi mano di Milano.

Stare male in un giorno di festa o in un pre festivo non è mai un buon affare, non solo in Italia ma pure nel resto del mondo, sono momenti quelli in cui la sanità pur non chiudendo i battenti rimane a ranghi più ridotti.  Tra le eccezioni a questa regola che in tanti abbiamo provato sulla nostra pelle c’è la chirurgia della mano. Esiste da alcuni anni una rete di specialisti altamente specializzati (circa duecento) in grado di riattaccare arti.

In ogni regione esiste un centro di urgenza (Cumi appunto) sempre pronto ad accettare i pazienti con questo genere di trauma, valutarli ed intervenire. Qui in Lombardia questa funzione viene svolta dalla clinica specializzata "Multimedica" di Sesto, mentre sono comunque attivi altri sei ospedali dove operano i chirurghi delle mani.

Uno dei massimi esperti in Italia è Giorgio Pajardi ed è proprio nel suo team che è capitato F.T. Pajardi è un docente universitario, lavora all’università di Milano, e ha partecipato alla costruzione di una rete di allertamento in grado di dare risposte in breve tempo a questo genere di traumi, indirizzando i pazienti alle strutture in quel momento immediatamente disponibili, senza inutili perdite di tempo.

Benché la rete esista già da alcuni anni, dal punto di vista normativo verrà esplicitata da un decreto prossimamente.

Pajardi svela con passione alcune informazioni poco note. Come si fa a riattaccare una mano, nervi compresi una volta recisi? "S’interviene con ricostruzioni staminali e con sostituzioni; riattaccare una terminazione nervosa è possibile. Il mio maestro Morelli ricordava che l’obiettivo deve essere il recupero funzionale, perchè dita prive di sensibilità e che non si muovono finiscono per essere d’intralcio e meno utili di un moncherino".

Deve essere un tipo di operazione complessa? "S’interviene su diversi tipi di tessuti, non solo quello muscolare ma anche tendineo e nervoso, appunto. Una sega a nastro penetra come un bisturi, incide ma non distrugge, quando invece è circolare una piccola parte di tessuto se ne va". E quindi? " Quindi oltre a suturare si deve ricostruire".

Entro quanto tempo un arto staccato deve essere riattaccato? "Dipende dai casi. Meglio arrivare in un centro specializzato il più presto possibile, saltando anche il ricovero nell’ospedale intermedio. Esistono bravi e volonterosi ortopedici che operano pur non avendo le competenze specifiche, così ci troviamo a dover intervenire magari un mese dopo l’incidente, quando si sono formate cicatrici che complicano la situazione. L’invito ai colleghi quindi è di stabilizzare il paziente e inviarlo immediatamente a noi chirurghi della mano. Con l’ospedale di Lecco non esistono questi problemi, con loro da tempo il contatto è usuale".

Per di più basta interpellare il 118, per essere già indirizzati al primo centro disponibile. La rete urgenze per la mano infatti conta su un coordinamento nazionale che smista i casi anche a livello interregionale, se le sale operatorie di una zona sono occupate ecco che subito viene individuato quale altro reparto di chirurgia è disponibile al ricovero. "Qui in Italia usiamo tecniche molto avanzate, tra le migliori di Europa, che attira pazienti da oltre confine" – sottolinea il professor Pajardi.

Per quanto riguarda F.T. attualmente viene seguito dal dottor Cortese dello staff di Pajardi.

 

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