"E’ stato emanato il Decreto Legge 225 del 29/12/2010 (Milleproroghe) (GU 303 29/12/2010) che NON contempla l’ulteriore proroga d’attuazione per l’Albo Pretorio on-line (Pubblicità legale on-line). RIMANE QUINDI CONFERMATO IL TERMINE DEL 01/01/2011 in relazione al quale le pubblicazioni effettuate in forma cartacea non produrranno più effetto di pubblicità legale". Questa la nota informativa che si legge in bella mostra sul sito ufficiale dell’Albo Pretorio On line. Diversamente da molte altre leggi che subiscono rallentamenti e proroghe accomodanti di ogni genere questa normativa ha confermato la scadenza del 1 gennaio 2011 (era comunque "in ritardo" di un anno e vista la precedente proroga molti ritenevano che sarebbe stata rimandata ancora). 

Con l’arrivo della Legge 225 la rete stessa si è adeguata, si possono infatti trovare parecchi siti internet più o meno utili: archivi, siti informativi e addirittura dei portali in cui si trovano in vendita i programmi per creare l’Albo Pretorio Online – come ad fesempio Web Doc, nonchè addirittura una pagina Facebook creata ad hoc. Una rivoluzione per questo genere di pubblicazioni: mentre prima bisognava andare fisicamente in Comune per consultare l’albo pretorio, ora basta accendere il pc, collegarsi ad internet e leggere tranquillamente seduti davanti al proprio computer.

E forse è proprio questa la contraddizione della nuova norma, questo tipo di comodità stride con la vera fruibilità popolare dell’albo pretorio in versione web: se un ipotetico signor Rossi non possiede un pc, per un suo legittimo diritto, oppure non ha una connessione internet – cosa non impensabile in Valsassina – non ha più modo di consultare l’albo; in questo modo viene meno questo diritto.

Un’ipotetica soluzione potrebbe essere quella di fornire ogni ufficio comunale di un pc connesso alla rete, dove il cittadino possa consultare la pagina dell’albo pretorio; un rimedio che per ora non è nemmeno stato preso in considerazione in quanto il problema non è ancora stato vagliato dalle autorità competenti e forse non lo sarà mai. Un guaio che può appparire marginale ma che comporta una discriminazione, creata a volte dalla volontà del singolo ma anche dall’indiscusso gap generazionale ed informatico del nuovo millennio.