Ricorrera’ in appello il valsassinese condannato per omicidio colposo



L’articolo con i particolari del processo è sull’edizione lecchese di oggi del quotidiano "Il Giorno". La sentenza di primo grado del giudice Paolo Salvatore prevede un anno e otto mesi di carcere e la sospensione della patente per un anno (già scontata). Tra le poche cose certe di un evento luttuoso e complesso, la "velocità non sostenuta del camion". Il conducente, che lavorava per un’impresa di Introbio, ha risieduto a lungo a Moggio e Barzio. Ieri non era presente alla lettura della sentenza.

Il difensore di Petrocelli, l’avocato Elisa Magnani del foro di Lecco, attende il deposito delle motivazioni della sentenza (attese entro 15 giorni), ma giudica "praticamente sicuro" l’appello contro la condanna del suo assistito – che nel frattempo ha continuato a lavorare.

Di seguito, un ampio stralcio della notizia tratta dal "Giorno" (reperibile per intero a pagina 6 del giornale).

CASATENOVO NELL’INCIDENTE PERSE LA VITA ANDREA ACHILLI DI UNDICI ANNI
Investì e uccise bambino in bici Condannato a un anno e mezzo
 

di ANDREA MORLEO
— CASATENOVO —
CONDANNATO a un anno e mezzo per omicidio colposo. Questa la sentenza di primo grado emessa nella tarda mattinata di ieri dal giudice Paolo Salvatore al termine del procedimento a carico di Camillo Petrocelli, accusato di omicidio colposo. A questa pena si è aggiunta la sospensione della patente per un anno per l’uomo che, alla guida di un camion, il 23 giugno 2009 investì un ragazzino di 11 anni proprio nel centro di Casatenovo. Ad essere travolto dal mezzo pesante fu Andrea Achilli, figlio del dottor Felice, primario di Cardiologia al «Manzoni», che stava pedalando in sella alla sua bicicletta. Petrocelli, impegnato in una manovra, non lo vide e lo investì. Inutili i soccorsi del personale sanitario.
[…]

NEL DIBATTIMENTO erano stati ascoltati numerosi testi
[…]
Nessuno di loro aveva dichiarato di aver visto in realtà il momento dell’impatto e nemmeno se, in in effetti, il bambino avesse attraversato sulle strisce pedonali. Di fatto, come poi ha avuto modo di ricordare anche l’accusa, l’esatta dinamica dell’incidente non è mai stata ricostruita. Una delle poche cose certe la velocità non sostenuta del camion, come tutti i testimoni avevano peraltro confermato. Eppure al termine della sua requisitoria, il sostituto procuratore Paolo Del Grosso ha chiesto una condanna di un anno e otto mesi ravvisando la condotta colposa dell’imputato.

 

 

 

 

 

 

 

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