Finora tra i politici della valle solo il sindaco di Pasturo Agostoni si è espresso a suo modo verso la proposta leghista mentre le opinioni degli altri sindaci sono facilmente intuibili. Un testo blindato quello del federalismo fiscale, talmente blindato che il 99 % dei suoi sostenitori non ha nemmeno la minima idea di cosa si tratti. Eppure una legge così forte che promette un tale stravolgimento nelle entrate ed uscite dei comuni, soprattutto nei piccoli comuni come i nostri valsassinesi, meriterebbe di essere spiegata alla popolazione e magari votata con un referendum popolare ( che probabilmente non ne cambierebbe le sorti) e non approvata da un governo diviso ed allo sbando; un pareggio di quindici voti del quale il presidente Berlusconi se ne infischia dando il via libera al federalismo per tenersi buoni e dalla sua parte i leghisti in vista delle prossime elezioni, ora manca solo la firma di Napolitano.
Il federalismo avrebbe il difetto – come dichiarato da Agostoni – di aggevolare solo i comuni che sfruttano e promuovono la propria forte attrattiva turistica eliminando a priori la maggior parte dei comuni valsassinesi che hanno rinnegato e rinnegano tutt’oggi il turismo, mentre potrebbe creare ulteriori difficoltà a quelle iniziative che almeno ci provano a portare qualche turista in più in Valsassina.
Mentre le camicie verdi cantano vittoria il 2011 è iniziato con dei rincari arrivati al 25% per i trasporti pubblici in Lombardia che vanno ad incidere soprattutto nel portafoglio dei pendolari, ed è ben noto quanti lavoratori e studenti si spostino ogni giorno verso Lecco e Milano per lavorare, studiare oppure – vista la situazione economica attuale – per cercare lavoro. Le critiche alla Società di Autotrasporti Lecchesi per disagi e rincari sono ormai diventate proverbiali, a breve le ovvie e inopinabili lamentele per i rincari dopo la privatizzazione dell’acqua renderanno l’idea della bontà delle azioni del governo.
Il federalismo trionfante annuncia di fare il suo ingresso nelle amministrazioni – una legge voluta, urlata e biascicata a gran voce da Bossi – una legge che ha avuto un travaglio lunghissimo ma che a pochi mesi dalle elezioni trova nel presidente Berlusconi in disperata cerca di consensi un’ottima ostetrica.