Il quale Cecchin, contattato da Valsassinanews, non nega affatto che il progetto sia in corso, anzi: "Se tutte le tessere del mosaico andranno a posto, nel giro di tre mesi potremmo essere in grado di partire". E’ la conferma dunque di quanto si vocifera da tempo in ambienti editoriali ma non solo. Si parla di un giornale on line, attento ai temi più cari alla chiesa; e si fa perfino il nome del possibile direttore: si tratterebbe di Alberto Comuzzi (foto a destra) giornalista cattolico caposervizio al mensile "Jesus", già presidente dell’Ucsi lombarda, revisore dei conti dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia e a più riprese membro del cdr di "Famiglia cristiana", autore di libri (sue alcune biografie di santi).
Ma torniamo al progetto. Che ci sia, lo testimonia lo stesso profilo professionale pubblicato (on line) dal potenziale direttore. Accanto al nome di Comuzzi, alla voce "attuale occupazione" risulta quanto segue: giornalista at Resegone 3000. Quindi ecco anche il nome della nuova testata…
Cecchin al proposito non si sbilancia, parla di provvidenza ("che a Lecco non manca"), di esperimenti, scenari nazionali e internazionali e altro ancora. Dalla nostra intervista qualche particolare in più, interessante per quanti – e sono stati tanti – hanno avuto a cuore, a lungo, le sorti del periodico d’informazione cattolica lecchese, quel Resegone fallito qualche anno fa e che adesso pare destinato a risorgere in forma internettiana.
Monsignore, allora è vero: riparte il Resegone.
Non vi è ancora nulla di ufficiale, in realtà; finché non tutti i tasselli dell’operazione saranno stati sistemati non si può dire di più…
Però la notizia c’è, tra giornalisti ci capiamo…
Ripeto, manca la certezza ma stiamo creando i presupposti perché questa avventura possa avere inizio. Sarebbe importante per la pluralità dell’informazione, in una chiave particolare. Vorrebbe dire avere una voce cattolica collocata in una scena ampia, confessionale, cattolica dunque universale e attenta ai fatti della società di oggi.
Ok, quindi il Resegone riparte. Tempi?
Se la provvidenza (e a Lecco ce n’è tanta) lo vorrà, tra tre mesi avremo verificato le condizioni. E’ indubbiamente una realtà in divenire, ma come detto prima il mosaico si compone solo quando tutte le tessere vanno al loro giusto posto. Si sta lavorando per questo.
Che cosa sarà, un quotidiano di cronaca, solo religioso, locale…?
Parliamo di un progetto multimediale, che se fosse solo locale rischierebbe di diventare ‘localistico’; avrà un respiro lecchese, certo, ma anche nazionale e internazionale. Anche qui: se si ponesse solamente in chiave internazionle finirebbe per risultare generico. Sarà qualcosa che vuol diventare un luogo di confronto, sposando tesi diverse, anche contrapposte.
Ma i temi?
Chiaramente quelli che interessano, in un’ottica confessionale ma non solo cattolica.
E’ vero, come si sostiene in questi giorni, che accanto a lei c’è il senatore Rusconi a provare il rilancio del Resegone?
Non sposiamo un singolo partito, vi sarà una pluralità di soggetti che, ribadisco, con l’aiuto della provvidenza cercheranno di aiutare la nascita di questo nuovo giornale.
E la Curia, come vede il vostro progetto?
Se questo piccolo tentativo andrà a buon fine, un domani la stessa esperienza lanciata a Lecco potrebbe essere ripetuta altrove.
La morale: il Resegone riparte, forse già a primavera. Lo farà con alle spalle alcune certezze, sfruttando le nuove tecnologie e provando a (ri)affrontare l’informazione con gli occhiali della chiesa. Il progetto-Cecchin non è detto che sia fortemente appoggiato dalle "alte sfere" – oltretutto siamo alla vigilia del ricambio ai vertici della diocesi ambrosiana. Anzi, qualche malalingua afferma che in quest’avventura il giornalista-prete si stia esponendo un po’ "da solo". Ma la notizia c’è ed è interessante; il tonfo del Resegone ‘cartaceo’ dopo una lunghissima storia ancora echeggia a Lecco e non solo. E tanti sono curiosi di vedere se e come riuscirà la nuova impresa.
Verificare la capacità di leggere la società e riportarla "on line" da parte della chiesa locale significherà in qualche modo capire se questa istituzione è in grado, oggi, di aggiornarsi e cogliere i movimenti di un mondo che sta cambiando velocissimamente.
Se ci riuscirà davvero, lo scopriremo tra qualche mese. Sul web: il territorio della sperimentazione e della nuova frontiera dell’informazione, quello sul quale tanti si sono già scotatti e altri (pochi a dire il vero) stanno raccogleindo frutti sorprendenti.
————————————————————————————————————-
LA STORIA DEL RESEGONE (da www.chiesadimilano.it)
La voce di un territorio e della sua gente |
Quando con la data del 17-18 febbraio 1882 uscì il primo numero del Il Resegone la città di Lecco era cresciuta a tal punto da riflettere, nelle sue componenti ideologiche, le contraddizioni, le tensioni, i disagi che caratterizzavano la situazione italiana più generale. Nacque così il Resegone. L’impaginazione: il giornale darà notizie politiche e commerciali, un’appendice onesta e dilettevole e una cronaca con notizie varie e interessanti. |
..
Siamo nel 1938: a novembre pubblica una nota dell’Osservatore Romano e ampi stralci dell’omelia del cardinale Schuster pronunciata in Duomo la prima domenica di Avvento per confutare – sulla base del Vangelo e della dottrina della Chiesa – gli errori del mito razziale tedesco del sangue. Sopraggiunto il passo fatale del 10 giugno 1940, espresso l’augurio che l’intervento italiano non varcasse le frontiere del Mediterraneo, sospinge i cittadini alla mobilitazione civile, pubblica le lettere dei militari lecchesi al fronte, mette in giusto rilievo la prodigiosa opera caritativa svolta dal cardinale Schuster per i prigionieri, i feriti, gli sfollati, i deportati in Germania. Mentre il regime tentava di ridurre al massimo la diffusione dei messaggi di Pio XII, il Resegone oltre che pubblicarli integralmente, li riprende più volte in commenti che si prolungano per i mesi seguenti.
Dopo il 25 aprile 1945 il foglio sospende le pubblicazioni.
Il proprietario non era convinto che la fine della guerra fosse anche la morte definitiva del fascismo.
Quando riprende le pubblicazioni con l’autorizzazione degli alleati, rifiuta le proposte di chi chiede al giornale un rinnovamento. Il foglio continuò a raccogliere in breve spazio le cronache rapide e curiose del territorio. La comunità cristiana e i movimenti sorti nel dopoguerra, non lo sentono più come loro voce. Lo stacco andrà crescendo.
Non possiamo chiudere questi brevi e rapidi cenni su questo periodo del Resegone senza ricordare un giornalista cattolico tanto caro ai lecchesi. Dall’8 aprile 1924 apparvero sul Resegone nuovissimi e documentatissimi articoli di storia locale firmati "Poliuto". Era lo pseudonimo di Uberto Pozzoli. Uno studioso tenace, un ricercatore appassionato, un giornalista pieno di sensibilità e di estro, di passione, un uomo libero e forte, un cristiano purosangue.
Scrisse di lui l’amico Gilardi: "Apparteneva Pozzoli alla nobile e spesso misconosciuta schiera degli scrittori che conoscono bene i loro limiti, e non esagerano mai i loro meriti. Gente sobria che colta con sacrificio, con pura dedizione l’arte e lo studio delle lettere. Gente che per lo più che si fa da sé: furia di lavoro, di genialità, di tenacia, senza scuole, senza schemi, senza maestri… Paghi e contenti di dolci soddisfazioni morali, alieni da qualsiasi ambiziosa ricerca di gloria o di lucro…".
1960-1981 All’inizio di questo ultimo periodo della storia del Resegone sta un fatto giuridico-amministrativo di importanza decisiva: il passaggio della testata da proprietà privata a proprietà, prima della parrocchia di San Nicolò, e successivamente delle chiese parrocchiali di Lecco e della zona pastorale riunite in una società a responsabilità limitata (13 febbraio 1975).
Le trattative per questo passaggio o ritorno furono lunghe e difficili. Nell’archivio plebano di Lecco è conservata l’intera documentazione relativa a questa travagliata vicenda. Grande valore storico ed affettivo hanno gli scritti autografi del cardinale Montini , in quanto al di là degli interventi puntuali e precisi per il problema contingente, testimoniano la decisa e chiara presa di posizione del futuro papa Paolo VI nei confronti della stampa cattolica e dei settimanali cattolici in particolare.
Le lettere che si susseguono a distanza ravvicinata non sottolineano soltanto alcuni punti fermi, validi anche per il nostro tempo, ma esprimono un pensiero, un disegno pastorale riguardante la stampa periodica: – un organo di stampa è necessario per sostenere decisamente la vita cattolica (2 maggio 1959; – un giornale che trae la sua origine e la sua ragion d’essere dal servizio della causa cattolica deve avere una mandato o un riconoscimento dell’autorità ecclesiastica (13 agosto 1959); – mandato e riconoscimento non può essere dato se il giornale non è alle dipendenze di un’autorità ecclesiastica (13 agosto 1959); – un settimanale cattolico deve unire: fermezza nei principi, vigore apostolico, capacità formativa dei lettori ((2 maggio 1959); – deve allargare i suoi colloqui con quanti hanno a cuore la soluzione felice del più grande problema: quello di rigenerare, nelle forme moderne di cultura e di azione quali i tempi nuovi vanno reclamando, le più genuine tradizioni cristiane e civili (28 novembre 1959). – deve creare "una coscienza collettiva sempre più convinta, più concorde e più larga di solidali doveri e di comuni principi religiosi e morali".
|
|||
I direttori che si sono succeduti, don Bernardino Mauri (1961-1964), don Antonio Pergoli (1964-1973), don Luigi Stucchi (1973- 1986), don Giovanni Mariano (1986- 1992) sono stati fedeli alla consegna del cardinale Montini. Comune l’impegno, lo spirito di sacrificio, la dedizione generosa. Il collegamento con le comunità parrocchiali, con le associazioni, i movimenti, i gruppi ecclesiali e coni settori della vita pubblica è stato sempre condotto con pazienza e perseverante impegno. I cattolici lecchesi – e non solo essi – ritrovano ogni giorno di più nel Resegone la voce del territorio e della sua gente. Nel numero speciale del 90esimo don Pergoli scriveva: "Sui temi di interesse locale la nostra presenta è più analitica, più minuziosa, più qualificata. Le scelte che abbiamo fatto sono state sempre dettate da considerazioni di principio e di metodo in obbedienza a una gerarchia di valori che si ispira a un preciso codice morale". E il 12 ottobre 1973 don Luigi Stucchi: "Il giornale è fatto da chi lo vive, da chi lo vuole con sacrificio quale strumento di dialogo fattivo a contato e a servizio della realtà nella quale si è immersi, trovando unità nella limpida matrice di valori cristiani a cui facciamo riferimento, perché sono sempre e comunque in grado di recuperare la vera dimensione dell’uomo, il suo volto chiamato alla libertà e alla comunione". A partire dagli anni ’70 Il Resegone ridefinisce il proprio ruolo nell’ambito della zona pastorale III della Diocesi ambrosiana e si radica ulteriormente a Lecco, in Brianza, nell’area lariana e nell’Erbese. I direttori che si susseguono in questa fase più recente sono: don Antonio Pergoli (1964-1973), don Luigi Stucchi (1973-1986), don Giovanni Mariano (1986-1993), Gerolamo Fazzini (1993-1994), Paolo Garavaglia (1994-1999), Emanuele Brambilla (1999-2000), Gianni Borsa (2001-2003). Dal novembre 2003 è direttore de Il Resegone Marco Deriu. |