Questa patologia che si trasmette attraverso morsi, graffi o contatti con la saliva infetta, colpisce principalmente il sistema nervoso centrale ed è a esito fatale.
Ricomparsa in Italia a causa della migrazione da Croazia e Slovenia di volpi e tassi, infetti la rabbia è stata individuata in alcune regioni, in particolare Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige; nelle aree a rischio le ASL sono intervenute sia mediante vaccinazioni d’urgenza di volpi, bovini e cani, sia con l’obbligo di vaccinazione per tutti gli animali che si recano o transitano nelle aree a rischio;
Per il momento questa malattia in Lombardia e in particolare in Valsassina non costituisce ancora un pericolo immediato, nonostante anche le nostre zone siano soggette a un attento monitoraggio.
Ma in che modo possiamo tutelare noi e i nostri amici animali? Sicuramente se ci rechiamo nelle zone interessate è obbligatorio effettuare la profilassi vaccinale antirabbica classica, almeno ventun giorni prima della partenza e non oltre gli undici mesi dall’ultimo richiamo, facendo registrare la stessa dal nostro veterinario presso l’anagrafe canina e sul libretto o passaporto, da portare con noi durante la permanenza.
Oltre a ciò è consigliabile nelle aree a rischio tenere i cani al guinzaglio e gli altri animali negli appositi trasportini, evitando così di avere contatti in particolar modo con le volpi, segnalando alle autorità competenti qualsiasi modificazione del comportamento osservato negli animali selvatici come la perdita della normale diffidenza nei confronti dell’uomo e la presenza degli stessi nelle ore diurne.
Seguire queste semplici regole è fondamentale non solo per non incorrere in sanzioni della normativa vigente ma soprattutto per non mettere in pericolo la salute dei nostri amici a quattrozampe e anche la nostra.
Maria Cristina Soggetti
Medico veterinario