"Tengo a precisare" scrive l’architetto Combi "che il mio studio professionale, in quel di Barzio, non ha mai sottratto, con i propri interventi, nemmeno un metro quadro di area vergine per la realizzazione di nuovi fabbricati, bensì ha sempre operato su interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente, che hanno contribuito a valorizzare Barzio".

Ecco la lettera del progettista:

Egregio Direttore
Nella risposta del Sindaco a quanto affermato dalla proprietà, essendo chiamato in causa quale progettista,
per serietà deontologica, voglio chiarire che il riferimento tipologico di struttura incassata apparso sulla
stampa non è stato fornito dall’estensore del PGT o dall’Amministrazione Comunale al sottoscritto ma è
avvenuto esattamente il contrario.
Nell’ultima settimana di agosto, molto prima che l’Amministrazione Comunale fornisse le linee guida per
l’ambito di trasformazione zona Coldogna, mi recavo espressamente nelle maggiori località turistiche
dell’arco alpino alla ricerca di eventuali riscontri sull’esistenza di strutture alberghiere incassate nel
sottosuolo.
A Trafoi (Alto Adige) sulla strada che porta al Passo dello Stelvio, presso la struttura Alberghiera “Hotel Bella
Vista”, di proprietà di un famosissimo campione di sci venivo a conoscenza, dialogando con la proprietaria,
di uno studio di fattibilità per l’ampiamento dell’esistente struttura mediante lo studio per la realizzazione
di 10 suite in aderenza alla stessa, ricavate nel sottosuolo. La stessa proprietaria non era in grado di
indicarmi tempi certi di realizzazione in considerazione della complessità e fattibilità di tale ampliamento.
Nel successivo incontro con il Sindaco di Barzio che tra l’altro mi aveva sollecitato in questa ricerca, riferivo
di quanto ero venuto a conoscenza, illustrando tutti gli aspetti e difficoltà che scaturivano da un contenuto
ampliamento e dell’impossibilità a progettare e realizzare in quei termini la nuova struttura alberghiera di
Barzio in considerazione dell’entità dei volumi (10 suite contro un intero complesso alberghiero di circa
25/30 mila metri cubi).
A seguito di ciò anche l’Amministrazione, prendendo atto dell’impossibilità di realizzare un intervento
completamente interrato, dava indicazioni affinchè il progetto fosse il più possibile integrato e inserito nel
contesto della zona Coldogna con uno sviluppo prevalentemente nel sottosuolo. Solo in data 29 novembre
2010 venivano consegnate dagli estensori del piano al sottoscritto le indicazioni per il “Sistema di
trasformazione Coldogna-Noccoli-Fiumetta”. All’interno di tale documento è descritta tutta la
regolamentazione dell’intervento e vengono allegate indicazioni cartografiche con soluzioni progettuali da
utilizzare come riferimento nella progettazione, riferiti a musei, uno a Berna e uno a Singapore (come da
documentazione allegata), oltre a richiamare come architetture di riferimento progetti del cimitero di Erto
e Casso (Friuli) e quello di Urbino. Tutti interventi in cui la presenza di persone è sempre limitata nel tempo.
A fronte di ciò è stato sviluppato uno studio di fattibilità che nell’ultima proposta progettuale depositata
presso gli Uffici Comunali di Barzio prevede di incassare sotto il naturale profilo del terreno circa il 60% del
volume dell’intero complesso alberghiero.
Tengo a precisare che il mio studio professionale, in quel di Barzio, non ha mai sottratto, con i propri
interventi, nemmeno un metro quadro di area vergine per la realizzazione di nuovi fabbricati, bensì ha
sempre operato su interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente, che hanno contribuito a
valorizzare Barzio.
La proprietà riconoscendo l’operato e la sensibilità del professionista ha deciso di affidarne l’incarico per lo
studio della nuova struttura alberghiera. Studio che è avvenuto nella massima trasparenza e scrupolosità,
supportato anche da altri professionisti, tenendo sempre ben presente che si progettava una nuova
importante struttura alberghiera ben inserita e rispondente a tutte le funzionalità previste e necessarie ad
un concreto funzionamento della stessa per il futuro, vedi consulenza Hotel Sostenibile, Vimercate (MB).
Non ritengo corretto che l’Amministrazione Comunale di Barzio faccia propria, a conclusione dell’iter
progettuale, una soluzione presentata inizialmente proprio dal progettista medesimo, valevole come
intervento progettuale, ma nella realtà di Barzio non realizzabile per la consistenza della prevista struttura
alberghiera concordata in circa 30 mila metri cubi, rigettando e facendo intendere sulla stampa che la
progettazione depositata fosse una forzatura priva di sensibilità ambientale e totalmente estranea alle
indicazioni fornite dall’Amministrazione medesima, scordando i vari incontri e confronti avuti da cui è
scaturita tale soluzione.
Inoltre chiedo all’Amministrazione Comunale di Barzio se oltre a quanto depositato fossero stati inseriti
nella progettazione anche i 400 posti auto sotterranei dalla stessa richiesti, creando un “polo intermodale
per l’attestamento dei flussi turistici gravanti su Barzio, sgravando il centro storico dai picchi di flussi
turistici di attraversamento” per circa complessivi nove mila metri quadrati, con lo sbancamento dell’intera
collina; il progetto sarebbe diventato compatibile?
Infine leggo sulla stampa “La Provincia di Lecco” del 13 febbraio 2011 l’esistenza di un vincolo sulla collina
di Coldogna, finora dimenticato anche dal Ministero dei Lavori pubblici di Roma. Non sarebbe stato più
corretto anticiparlo ai diretti interessati? (fortunatamente sono un assiduo lettore del giornale “ La
Provincia di Lecco”).
Pur non essendo mia consuetudine comparire sulla stampa, in questa occasione, mi sento in dovere di
inviare questo comunicato per chiarire quanto avvenuto e difendere la mia consolidata professionalità.
Ringrazionando per la cortese ospitalità

Porgo distinti saluti
Alfredo Combi architetto

 

DALL’ARCHIVIO DI VALSASSINANEWS: