Tartavalle e Idrolario, due ”spine” per l’amministrazione Fondra



Una paio di nodi al pettine da risolvere per Marisa Fondra, il sindaco di Taceno, e di quelli belli grossi. Uno legato all’adesione a Idrolario verrà comunque risolto al prossimo consiglio comunale, anche perché la via è tracciata dalla legge e per i Comuni c’è poca libertà di manovra. L’altro invece è una partita su cui aveva scommesso tutta la Valle, ma proprio soprattutto Taceno. Era la rinascita di Tartavalle, mega centro salutare e benessere incagliatosi però nelle difficoltà economiche.

L’iter prevedeva che l’accordo tra il Comune e la Società Tartavalle firmato più di un anno fa andasse formalizzato davanti a un notaio già sei mesi fa, come aveva stabilito l’amministrazione di Taceno; ma poiché la normativa lascia dodici di mesi di tempo la scadenza ultima è adesso a febbraio.

Mentre il soggetto privato è silente, dopo aver già comunicato che il piatto piange e la posa della prima pietra attualmente non si può fare, il Comune da parte sua ha inviato una lettera annunciando la revoca del programma integrato d’intervento concesso alla società in questione. E attende la risposta entro l’estate.

I mugugni di chi ci aveva sperato iniziano a farsi sentire, un malumore che si è indirizzato al sindaco così fiero sostenitore del progetto anche contro chi lo vedeva troppo ambizioso. "Ne abbiamo già perse di occasioni, con investimenti poi migrati altrove. Non era il caso con una offerta turistica così poco articolata qui in Valsassina di lasciarsi sfuggire un’altra opportunità" – ribadisce Marisa Fondra. "Il progetto poi era basato su tre lotti sostenibili, in grado ciascuno di essere realizzato autonomamente rispetto agli altri due. Ciò costituiva di per sé una garanzia".

E su questi presupposti l’iter burocratico ha avuto tempi poco italiani per una iniziativa di simile dimensioni: in un anno tutti gli enti hannno prodotto i documenti e le autorizzazioni necessarie. E il piccolo Comune di Taceno ha messo in piedi ben tre PII (piani integrati d’intervento), che come impegno assomigliano molto a un PGT, Piano di Governo del Territorio.

Sulla scrivania dell’ufficio tecnico è arrivata da parte della società Tartavalle una semplice domanda di manutenzione ordinaria dello stabile che in passato ospitava l’imbottigliamento dell’acqua della fonte di Tartavalle.

"Non fa parte del progetto condiviso- commenta laconica Fondra.

Ma forse è un modo per non sterilizzare il percorso già compiuto, in attesa di tempi migliori.

Per quanto riguarda Idrolario, le bollette dell’ultimo trimestre, ben lievitate rispetto a quanto questa parte della Valsassina era abituata a pagare, stanno creando sconcerto, anche perché gli abitanti di Taceno si sono trovati nel breve lasso di tenpo a pagare il consuntivo del 2009, gli ultimi mesi del 2010 e adesso la nuova richiesta di pagamento. "C’è chi sta ancora pagando il 2010" ha lamentato Fondra "si sperava di avere un attimo di respiro".

Tra i consiglieri di maggioranza serpeggia anche l’amara considerazione di aver sempre rispettato la manutenzione sia dell’acquedotto che del depuratore (Taceno ne era responsabile per un gruppo di nove Comuni) e pur essendo stata una amministrazione virtuosa che ha investito nell’infrastruttura ora l’utenza si trova a pagare costi uguali a tutti gli altri nel territorio provinciale.

Marisa Fondra d’altra parte avendo partecipato alla conferenza dell’Ato (assemblea dei Comuni) in qualità di sindaco del suo paese, non può non portare avanti la delibera di adesione. La legge chiede una votazione ai Comuni, i quali secondo la normativa attuale non possono opporsi.

 

 

 

 

 

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