Albergatore di quarta generazione, 51enne, sorprendentemente ma non troppo Marco Ballestrin confida che a lui il progetto di una grande struttura turistica proprio davanti al suo hotel non dispiaceva affatto. Ma come, e la concorrenza? "Guardi, io collaboro, adesso come adesso a Barzio con poche pensioni. Non ci sono più alberghi, e il turismo si fa con gli alberghi, non con le seconde case… Quando i grandi hotel sono collegati tra di loro lavorano bene, quindi a me andrebbe benissimo un albergo qui di fronte, assolutamente. Basta che poi non diventino appartamenti, che già lo si sente dire, in giro".

Vabbè, non mettiamo il carro davanti ai buoi…
"Lasci stare, l’Italia è un paese strano".

Torniamo all’albergo che non si fa. Ora si parla di recupero e ampliamento di immobili esistenti. Ma se le facessero una proposta per il suo hotel?…
"Lei fa il giornalista o è un agente immobiliare?"

Il giornalista, quindi faccio domande.
"Ah ok. Senta, il mio albergo è già stato ristrutturato, qui è tutto a buon punto. Cosa le devo dire, mi prende in contropiede… L’albergo  è bello e a posto, mi presenti chi vuole investire che ne parliamo".

L’idea era di fare un’intervista, non un affare immobiliare. Però siamo nell’argomento.
"Guardi, a me spaventava un po’ l’idea che per due anni ci fosse casino, lavori sul prato qua davanti, tutto per aria… sarebbe stato deleterio. Poi io ho la mia clientela, non ho paura di nessuno. Ma ripeto, meglio più alberghi che nessun albergo. E’ un peccato, io ero propenso, sa?".

Insomma, scherzando ma non troppo le 50 stanze del "Ballestrin" sono là. Non saranno le 90 che si volevano sulla collina di Coldogna, ma è già una base di partenza.
E poi in fondo passare da cronisti a piazzisti di immobili – oltretutto partendo da un hotel, mica da un monolocale – potrebbe anche essere interessante…
Si scherza, naturalmente.