”LA COLLINA DI COLDOGNA RESTA VERDE”. IL MAXI ALBERGO SE SI FA NON SARA’ LI’



Si è riunito oggi il tavolo voluto dal presidente della Provincia Daniele Nava, al quale hanno partecipato l’assessore al Territorio Gianluca Bezzi, l’amministrazione comunale di Barzio e la proprietà dell’area  Nel corso della riunione il Comune di Barzio – rappresentato dal suo primo cittadino, Andrea Ferrari, dall’ALBERGO
COLDOGNA, OGGI IL VERTICE<BR>LE OPINIONI DI WWF E PAOLO BIANCHIassessore Fausto Camozzini e dal tecnico Matteo Novelli – ha illustrato le motivazioni che hanno portato a rigettare l’ipotesi progettuale sull’area Coldogna.

L’Amministrazione Provinciale, ritenendo la vocazione turistica della Valsassina importante leva di sviluppo per il territorio, ha proposto di verificare "se vi possono essere delle aree alternative dove poter insediare una struttura di quel tipo". Il proprietario del fondo Umberto Torre, presente all’incontro, non ha avuto particolari reazioni a queste parole, mentre i progettisti della struttura alberghiera (lo Studio Combi di Barzio) sono apparsi contrariati.

Caso Coldogna, risponde l'architetto <br>''Progetto nella massima trasparenza'' Nel pomeriggio l’architetto Alfredo Combi ha inviato questa dichiarazione: "L’incontro odierno ha aperto nuovi scenari ed opportunità per dar seguito al progetto per la realizzazione di una struttura alberghiera in Barzio. Ciò merito della disponibilità e sensibilità del Presidente della Provincia di Lecco e degli assessorati coinvolti che hanno rimarcato l’importanza per il territorio di realizzare una nuova sturttura ricettiva. Inoltre l’Amministrazione Comunale in questa sede, per la prima volta, ha ipotizzato eventuali localizzazioni alternative  da individuare su aree libere o attraverso il recupero e l’ampliamento di immobili esistenti, investendo la proprietà di tale l’onere. In stretta sinergia con l’amministrazione comunale di Barzio verranno depositate in tempi brevi nuove e rivisitate proposte".

Il tavolo verrà riconvocato in Provincia "non appena i contatti tra Comune e proprietà porteranno a delle proposte progettuali alternative", e comunque in tempi molto brevi.
 
Il primo commento raccolto al volo questa mattina è stato da parte di Andrea Ferrari: "Sono soddisfatto, la collina di Coldogna rimane verde. Comunque, dopo l’incontro di oggi viene confermata l’univocità di intenti con la Provincia relativamente allo sviluppo turistico di Barzio. E’ stata ribadista l’opportunità che la collina venga preservata per il suo elevato valore paesaggistico, ed è stata sollecitata la proprietà a proporre nuove soluzioni – privilegiando il recupero all’uso alberghiero di immobili già esistenti, eventualmente  trovando nuove aree libere in altre località meno impattanti dal punto di vista ambientale (come peraltro la giunta di Barzio aveva già ritenuto fattibile nella sua ricerca di soluzioni alternative alla Coldogna). Infine apprezziamo l’intenso contributo del Politecnico di Milano nell’ausilio al nostro Comune per la redazione del Piano di Governo del Territorio".

Ma come è andata esattamente, stamattina? "Devo ringraziare come sindaco e a nome della giunta comunale il presidente della Provincia Daniele Nava e l’assessore al Territorio Bezzi per la grande sensibilità dimostrata, per i temi economici del rilancio turistico di Barzio e per la particolare attenzione al problema dell’ambiente e del paesaggio".

La svolta è dunque importante e la stessa amministrazione provinciale è passata dai toni duri dell’inizio (quando proprio Nava aveva ricordato che il PGT di Barzio e le relative istanze sarebbero comunque passati per Villa Locatelli) a questa posizione odierna, certamente più concliante. La mediazione sembra aver riaperto la vicenda verso "aree alternative dove poter insediare una struttura di quel tipo", salvaguardando però le richieste di tutela dell’ambiente da parte di Barzio.

NOTA EDITORIALE
Abbiamo chiesto all’amministrazione provinciale di poter scattare una foto – senza rimanere nella sede dell’incontro – del vertice di oggi. La risposta è stata NO.
E’ giusto che i nostri lettori lo sappiano. E che vengano a conoscenza del fatto che l’immagine di una riunione così importante viene negata da parte di un ente pubblico.
Si tratta peraltro della seconda volta che questa richiesta viene rifiutata. Da notare che in altre occasioni, sempre in Provincia ci è stato concesso (come riteniamo sia logico) di poter fotografare la sala coi partecipanti. Non abbiamo chiesto allora, e nemmeno in quest’occasione, di poterci fermare nella sede del vertice ma semplicemente di fare una fotografia. Non è stato possibile.

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