Aggiornata a fra tre mesi l’udienza che ha visto comparire un valsassinese, accusato di truffa ed esercizio abusivo della professione. L’uomo si faceva passare per un rappresentante di una azienda specializzata e avrebbe "installato" un apparecchio di rilevazione della presenza del gas nella casa di una donna di Margno. Presidente della corte il giudice Paolo Salvatore, a svolgere il ruolo di pubblico ministero è stato il VPO Figini. Se ne riparlerà dunque solamente a giugno, quando andrà in scena la seconda udienza a carico di C. R., cinquantenne che era stato identificato dai carabinieri di Casargo nel novembre del 2007 dopo che una guardia forestale lo aveva notato: aveva una spilletta identificativa sulla giacca ed era appena uscito dall’abitazione dell’anziana A. B. alla quale aveva venduto e a suo avviso installato (in realtà lo aveva solo appoggiato ad una tubazione) un apparecchio che rileva il gas.
Peccato che C.R. non era affatto un professionista del settore – anzi, la ditta per la quale sosteneva di lavorare era chiusa da anni. In tasca però aveva soldi veri: quelli "spillati" all’anziana truffata. In aula mercoledì le testimonianze di varie persone truffate dall’imputato nella stessa zona dell’Alta Valsassina, la guardia forestale che lo aveva segnalato e i carabinieri autori dell’indagine. Se ne riparlerà a giugno.