E’ arrivata in redazione una lunga e particolareggiata lettera che mette a risalto la questione della nuova gestione idrica. Come è risaputo, da qualche settimana sono iniziate ad arrivare nelle cassette della posta le prime bollette emesse da Idrolario, fatture che hanno suscitato non poche polemiche, sia per l’aumento del loro importo che per la poca chiarezza per quanto riguarda la gestione delle utenze e i relativi contratti.
Prima di proporvi la lettera del nostro lettore, vi segnaliamo il punto due della Carta di servizio Idrolario in cui si parla di eguaglianza ed imparzialità di trattamento degli utenti: Il Gestore garantisce l’eguaglianza dei diritti degli utenti e la non discriminazione per gli stessi, in particolare nel garantire uguale trattamento agli utenti, a parità di condizioni impiantistico-funzionali, nell’ambito di tutto il territorio dell’ATO.
Ecco la lettera giuntaci oggi:
Siamo quotidianamente bombardati dagli entusiasmi dei politici sul federalismo che dovrebbe responsabilizzare gli amministratori locali e contemporaneamente migliorare il servizio per i cittadini.
Per ora si tratta, più che altro, di strilli televisivi tesi a condizionare i futuri elettori .
Vedremo gli sviluppi nei prossimi anni.
Il tutto nasce dal principio sacrosanto del decentramento amministrativo: spostare le decisioni responsabili al livello amministrativo più vicino all’utenza in modo che il rapporto costi e benefici possa essere direttamente controllato da chi fruisce di un servizio.
Ne è una riprova l’operazione nata dalla legge regionale n. 26 del 12 dicembre 2003 a cui è legata la gestione di importanti servizi, tra cui la gestione dell’acqua che è un bene primario.
Infatti dopo travagliate vicende politiche e applausi finali bipartisan, Idrolario è la società a cui stata “conferita la proprietà delle reti, degli impianti e delle altre dotazioni patrimoniali necessarie per l’esercizio del servizio idrico integrato nella Provincia di Lecco”.
Ci sarebbe comunque da capire perché ad esempio un comune montano o della riviera, ricco di risorse idriche, debba essere obbligato ad equiparare il prezzo dell’acqua ad altri comuni con carenza di tali risorse .
Probabilmente una sorta di federalismo solidale tra i comuni della provincia e i costi della depurazione delle acque avrebbero una risposta sensata a questa domanda, salvo chiedersi poi perché i comuni di montagna a loro volta non possano avere almeno nella riduzione del prezzo dell’acqua una sorta di compensazione economica per i numerosi disagi che devono sopportare ad esempio per i costi dei trasporti o per la carenza di servizi in rapporto ai centri meglio serviti.
Ma probabilmente queste sono sfumature sfuggite perfino a chi lotta da sempre, a volte a ragione altre a torto, per la salvaguardia dei comuni montani.
Pazienza : oramai la frittata per la gran parte dei comuni è stata fatta.
Tuttavia ora le prime bollette emesse da Idrolario, società che ovviamente avrà bisogno di un periodo di rodaggio, hanno evidenziato la palese violazione della legge regionale numero 26 del 12 dicembre 2003 , almeno nell’aspetto indicato dall’art. 51 che prevede quanto segue:
1. L’Autorità, nel determinare il sistema tariffario d’ambito di cui all’articolo 13 della legge 5 gennaio 1994, n. 36 (Disposizioni in materia di risorse idriche), tiene conto:
a) degli investimenti infrastrutturali effettuati dai comuni, che contribuiscono al miglioramento della produttività, della qualità e dell’organizzazione del servizio idrico integrato;
b) b) dell’esigenza di graduare nel tempo le eventuali variazioni tariffarie e di articolare la tariffa per zone territoriali e soggetti svantaggiati.
Infatti le tariffe sono sensibilmente aumentate al punto da essere in alcuni casi più che triplicate senza che siano intervenuti nuovi investimenti infrastrutturali direttamente legati all’erogazione dell’acqua.
Qui di seguito indico il rapporto tra la bolletta immediatamente antecedente al passaggio e la prima fattura della nuova società :
|
mc. |
€ |
1^ bolletta Idrolario |
11 |
19,92 |
Ultima bolletta del comune di Bellano |
14 |
7,26 |
Come si vede l’importo è più che triplicato .
Ho presentato ricorso, non tanto per l’entità dell’importo, ma perché ho notato che mi veniva modificata la natura del contratto in modo unilaterale con la trasformazione dell’”uso agricolo” ad “uso domestico non residenziale” .
In pratica un orto familiare diventa per Idrolario una seconda casa.
Al mio ricorso è stato respinto con questa motivazione:
“Come avrà avuto modo di verificare, sono previste sette categorie di utenza; per il suo caso
specifico, non trova applicazione il comma 1 b) in quanto all’uso agricolo è legata l’attività di impresa
agricola.
L’unica categoria a cui abbiamo potuto abbinare la sua utenza cod. 501200900 è quella di “Uso
domestico non residente” in quanto l’”uso domestico residente” si applica ad una sola utenza e nello
specifico alla sua utenza cod…. omissis”
Quindi o possiedi un’azienda agricola con partita IVA oppure possiedi la prima o la seconda casa . Come semplificazione della complessità delle utenze, peraltro da sempre note almeno ai comuni, non c’è male per chi ha steso il regolamento della nuova società.
Ho un certo rimpianto per l’efficienza del mio comune almeno per la capacità di calibrare l’offerta del servizio sulla domanda.
Uscendo dal mio caso specifico, comunque esemplare e purtroppo diffuso in tutta la provincia, c’è da chiedersi :
Ø come può unilateralmente Idrolario modificare un contratto ereditato dal comune senza neppure informare l’utente ? e ancora
Ø visto l’articolo di legge sopra citato come può Idrolario triplicare unilateralmente il costo di un’utenza per di più legata alla coltivazione di un orto familiare ? In questo modo non si incentiva certo un’attività che notoriamente non ha scopi di lucro, ma che è legata al benessere delle famiglie e delle singole persone. Mi verrebbe da chiedere a chi mentendo dice di non volere mettere le mani nelle tasche degli italiani : è forse questo un modo per incominciare a tassare indirettamente le foglie di insalata o i pomodori che coltiviamo per uso personale?
Un analogo discorso vale per le utenze degli affittuari costretti a pagare, loro malgrado, il consumo dell’acqua come seconda casa e questo per il mancato corretto passaggio di consegne di tali utenze da parte di alcuni comuni a Idrolario .
Infatti alcuni comuni (è il caso ad esempio del comune di Perledo) si rifiutavano di intestare le utenze dell’acqua direttamente agli affittuari per evitare rischi di morosità , così intestavano la bolletta del consumo di acqua al proprietario dell’appartamento che a sua volta doveva rivalersi sull’affittuario.
Con il nuovo sistema introdotto da Idrolario i proprietari ora stanno ricevendo bollette maggiorate in modo consistente perché classificate come “uso domestico non residenziale” anche perché il comune nulla ha comunicato a Idrolario che, a sua volta, non si accontenta della comunicazione o dell’autocertificazione del proprietario e dell’affittuario , ma pretende – così mi ha riferito l’impiegato dell’ufficio di Dervio – la formale disdetta del contratto del proprietario e la stipula di un nuovo contratto da parte dell’affittuario con i disagi e i costi conseguenti .
Il tutto alla faccia della semplificazione …
Una domanda finale : in questa rivoluzione del servizio idrico come sopra illustrato chi ci ha guadagnato?
Certo non l’utenza, come dimostrano le bollette , ma i comuni che si sono felicemente liberati delle pratiche legate al servizio idrico e i politici di zona che hanno trovano in Idrolario un nuovo carrozzone parapolitico per l’assunzione di personale e , soprattutto, qualche remunerato posto nel consiglio di amministrazione.
In attesa di andare a votare per il referendum sull’acqua e dell’ auspicabile attivazione di una class-action da parte di qualche coraggiosa associazione dei consumatori , come semplice cittadino ho provveduto a pagare tempestivamente le bollette, ma , alla luce di quanto sopra descritto da oggi non mi riesce di pronunciare correttamente la parola Idrolario e mi sfugge più coerentemente il termine Idrolad……..
(Lettera firmata)
>>> CARTA DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO