Secondo qualcuno, ce la dovremmo prendere col sindaco (anzi, vista la situazione con I SINDACI, dato che le località colpite sono più d’una). Ma dopo gli ennesimi blitz ai danni di case private, sorge spontaneo chiedersi chi stia fallendo davvero nella caccia al ladro. Perché solitamente, in zone così circosxritte, paesi piccoli e tutto sommato "controllabili", con la presenza di telecamere pubbliche e private, assistere al ripetersi ormai quasi seriale di furti con modalità tanto analoghe non può che far venire dei dubbi. Le "gente", quella che è vittima o potenziale obiettivo, si chiede come sia possibile che nelle ultime ore siano andati in scena 4 colpi, al ritmo di più di uno al giorno.
Eppure va così: due a Ballabio inferiore, uno in via Valtorta a Barzio, uno a Cassina Valsassina (pare nella casa di un ex agente di Polizia Locale).Eppure, da settimane anzi mesi costoro sono in grado di tenere in scacco paesi interi, forze dell’ordine, magistratura e popolazione. Chi sbaglia in tutto ciò? Perché è chiaro che qualche responsabilità a questo punto deve esserci. Forse è venuto a mancare quel famoso "controllo sociale" che un tempo faceva sì che un bambino potesse tranquillamente giocare per strada (se si vedeva qualcuno o qualcosa di strano, scattava in pochi istanti l’allarme…)? O il controllo del territorio non è sufficiente o ancora manca coordinamento?
Noi facciamo i cronisti e (per fortuna) non ci occupiamo di ordine pubblico, di repressione dei crimini o di mandati di cattura. Quindi non possiamo che limitarci a registrare ed evidenziare da un lato il ripetersi dei furti in appartamento, dall’altro la rabbia montante per l’impunità di chi li commette. Tra i compiti di un giornale c’è quello di farsi interprete delle sensazioni di chi legge; e attraverso le forme moderne di interazione tra mass media e fruitori, emerge chiaramente lo scazzo della popolazione. Le cose vanno dette come stanno, a volte. E questo è proprio il caso.
Inutile scendere nei dettagli dei quattro colpi più recenti: a peggiorare la percezione della suddetta impunità c’è il ripetersi, invariabile nel tempo e con scenari solo relativamente diversi, di furti sempre uguali, perpetrati aprendo o forzando finestre e serramenti, rubando velocemente oro, preziosi e contanti (raramente bottini rilevanti) e conclusi con fughe che ormai rendono la situazione ai limiti della farsa. O della favola, malata, nella quale solo i ladri possono definirsi, alla fine, "felici e contenti".