Sempre difficile farsi raccontare, e magari filmare, racconti del secondo conflitto mondiale; una ferita che ha lasciato traumi irremovibili e che speso blocca o crea difficoltà nel parlare di quel difficile periodo. Il nonno che ci ha raccontato questa storia si chiama Vittorio, è nato nel 1926 e all’epoca della fine della guerra aveva quasi vent’anni, viveva a Bindo quindi i suoi ricordi sono a cavallo tra la guerra, l’occupazione e la liberazione.
I suoi racconti tornano alla memoria a sprazzi, ed iniziano parlando delle condizioni in paese durante la guerra: la sua fortuna è stata avere un solido posto di lavoro come apprendista forgiatore, riconosciuto da un "Certificato di lavoro" scritto sia in italiano che in tedesco che autentificava la sua professione e che, in qualche modo, lo sollevava da altri compiti nel Reich, una specie di immunità anche se – ci racconta – non lo scampava dai rastrellamenti notturni. Ultimi timbro e firma sul certificato portano la data del 16 aprile 1945, "dopo è finita la baracca!"
NELLA FOTO A DESTRA IL CERTIFICATO CON L’ULTIMO TIMBRO DEL 16 APRILE 1945 >>>
Rastrellamenti che avvenivano nella case "Eravamo obbligati a lasciare sempre le porte aperte giorno e notte per consentire ai tedeschi e ai repubblichini di entrarci in casa a loro piacimento; dopo la Liberazione, un gesto semplice ma basilare come poter chiudere le porte a chiave tornò nella normalità di ogni giorno".
Durante i rastrellamenti gli uomini del paese si nascondevano in rifugi segreti nel bosco sopra all’abitato, dormendo in lettiere di paglia nascoste in profonde, buie ed umide grotte anche per parecchie notti consecutive "Poi i todesch arrivarono con i cani e abbiam dovuto cambiare nascondiglio". Rastrellamenti effettuati da repubblichini, "ma tra le voci che urlavano comandi in casa nostra non mancavano quelle tedesche".
Un altro ricordo balzato alla mente è quello della tessera del pane: "Ci davano una tessera per poter acquistare un tot di pane, mia moglie in filatoio aveva diritto a due etti di pane al giorno, io adibito ai lavori pesanti in officina mezzo chilo al giorno, un pane senza sale e lievito, rotondo e talmente duro che se per disgrazia cadeva andava in mille pezzi" ed è proprio da questo fatto che nacque il detto "Laòra tì con dù eti del pan al dì" letteralmente: lavora tu, con due etti di pane al giorno – soprattutto di quel pane – un’imposizione finita dopo la liberazione.
Negli ultimi periodi di guerra, sempre più frequentemente ci racconta "andavamo in cinque o sei, camminando nel paese buio" – quando il buio era davvero buio visti gli obblighi di non lasciare alcuna luce accesa di notte per paura dei bombardamenti – "attraversavamo il paese passando dalla parte alta vicino al bosco e andavamo nella casa del Melchi, (vecchia abitazione in centro a Bindo) ad ascoltare de nascondòon le trasmissioni di Radio Londra che ci dava notizie dal fronte con tutti quei messaggi strani, notizie sempre più diverse da quelle un po’ alla loro maniera del regime; nelle case durante l’occupazione era vietato ascoltare qualsiasi radio, anche se ghe n’era davvero poche!".
"La liberazione della valle arrivò a poco a poco, i tedeschi scappavano e si videro persino jeep americane che passarono quasi più da turisti che combattenti": un episodio singolare racconta della resa di un ultimo baluardo fascista in valtellina "Il generale nonostante la disfatta disse ai partigiani che lui si sarebbe arreso solo ad un suo parigrado, le truppe fasciste partirono dalla Valtellina saccheggiando parecchie case portando via beni di ogni genere, maiali, galline, vitelli, pane….arrivati nella prima galleria tra Bellano e Varenna buttarono tutto nel lago e si arresero a mani vuote ad un generale americano venuto appositamente per l’occasione".
Ricordi a sprazzi e disparati che arrivano alla mente coloriti ma anche dolorosi e che ci parlano delle condizioni durante la guerra e della liberazione vissuta nelle case. Non narrano di generali e grandi manovre ma della guerra tra le povere mura di piccole casette che hanno visto e subito i cambiamenti epocali del conflitto e della successiva liberazione.
Nel video una vecchia trasmissione di Radio Londra