Basta fare un salto nel sito del S.I.L.V.I.A. (Sistema Informativo Lombardo per la Valutazione di Impatto Ambientale) per rendersi conto di quanto le "chiare, fresche, dolci acque" valsassinesi siano ambite: tante società hanno fatto e stanno facendo richiesta per accaparrarsi lo sfruttamento dei vari corsi – siano il Varrone o il Troggia, quasi sempre torrenti, spesso in contesti ambientali pregiati e delicati. Che questo sia un vero e proprio business è evidente a tutti. Anche grazie al moltiplicarsi di due fronti: quello delle aziende interessate alla’affare-acqua e, del tutto opposto, il campo dei contestatori. In entrambi i casi, si tratta di realtà in crescita perché se i soldi dell’oro blu fanno gola, altrettanto suscitano proteste e mettono in movimento comitati e manifestazioni questi tentativi di impiantare un po’ ovunque le famose mini-centrali.
Ma torniamo al S.I.L.V.I.A. Se si cercano i progetti per impianti idroelettrici in provincia di Lecco, la stragrande maggioranza sono proprio tra Valsassina e Val Varrone. Quasi una ventina, in crescita (proprio in questi giorni arriverà la quarta richiesta per il territorio di Introbio, torrente Troggia: entro la settimana dovrebbe esserci la formalizzazione della proposta). Molto interessanti i territori di Introbio, Premana, Taceno, Cortenova e Casargo: i progetti arrivano da Energia Futuro, ERVA, Energia Valsassinese, Idra, De Petri, ETAENERGIA, Paolo Viganò – Graniti, Energia Ambiente SpA, Proget, Varrone Energia. Molti e diversificati dunque i soggetti interessati: si va da aziende valtellinesi a società valsassinesi, da gruppi milanesi ed emiliani a holding con sede in Lussemburgo… In mezzo, anche qualche amministratore pubblico della nostra zona. Segno e ulteriore conferma che l’acqua, di questi tempi, rappresenta la nuova frontiera del possibile profitto
Tra le aziende in caccia di utili "blu" e i molti che protestano (soprattutto a Premana, ma non solo) ecco il difficile ruolo dei Comuni: il business viene realizzato "a casa loro", a decidere sono spesso enti superiori come Provincia e Regione, a volte si urtano le suscettibilità di elettori e di qualche assessore. Vita dura, per queste amministrazioni quasi sempre piccole o piccolissime, alle prese con affari in qualche caso colossali. Anche qui ci sono posizioni diverse: alcuni paesi si schierano a favore o almeno non "resistono" ai privati, altri si oppongono decisamente ad ogni ipotesi di utilizzo delle loro acque.
Nella geografia complessa e a volte fittamente incrociata di società, enti pubblici, comitati, tecnici e chi più ne ha più ne metta, appare interessante il caso di Introbio (che affronteremo più dettagliatamente nei prossimi giorni). Qui si va verso la quarta richiesta di concessione ma la primissima, qualche anno fa, venne impugnata. Da un sindaco "verde", estraneo al mondo dell’acqua, un primo cittadino fiero avversario delle grandi imprese? La risposta può sembrare paradossale: si trattava infatti di Eusebio Marconi, che nel 2007 quando era ancora sindaco di Introbio, si oppose avanti al Tar della Lombardia al progetto avanzato dalla società Energia Ambiente Spa di Mezzano in provincia di Ravenna.
Nei prossimi giorni su VN un approfondimento della vicenda-centrali.