Nei giorni scorsi la vicenda aveva suscitato scalpore: il daino maschio, fuggito dall’azienda agricola di Adriano Airoldi (proprietario dell’animale, che si era integrato al punto da vivere in armonia con i cavalli dell’allevamento di Primaluna) era stato braccato e qualcuno lo aveva ferito con un dardo, scagliato utilizzando una balestra. Poi il provvisorio lieto fine, con il recupero grazie a Corpo Forestale, Polizia Provinciale e volontari, a poca distanza dalle "Trote Blu".
Ora la brusca svolta, col decesso del povero cervo. E’ presto per mettere in relazione il fatto con la caccia spietata subita in Valsassina, ma certo questa è una delle ipotesi al vaglio. Il servizio veterinario dell’ASL lecchese ha preso in carico la carcassa del cervide, che verrà sottoposta a breve all’autopsia all’interno dell‘Istituto Zooprofilattico di Sondrio, specializzato nel settore. In realtà il motivo della sfortunata fine potrebbe anche essere un altro, ben più banale ma ugualmente decisivo. "Non voglio farla più grossa di quella che è" commenta telefonicamente Adriano Airoldi, contattato stamattina da Valsassinanews "forse l’origine dei guai del daino sta nell’improvviso cambio di alimentazione: da noi era abituato a mangiare fieno ma durante la lunga fuga si è cibato solo di erba, che non fa bene a questi animali. Quindi – ma rimane un’ipotesi e dovranno chiarire tutto gli esperti – il motivo del decesso potrebbe essere proprio collegato all’alimentazione".
In ogni caso, a seconda del responso dell’autopsia in Valtellina cambierà anche la posizione degli eventuali indagati per la caccia abusiva al daino. Se infatti la freccia che ha centrato al costato il povero "Bambi" avesse a che fare con la sua morte, la situazione (e conseguentemente l’accusa) cambierebbe in misura notevole.
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LA STORIA SU VN (7 maggio)