Se rimanesse tutto come ora, l’acqua passerebbe in mano a società private che hanno il lasciapassare per aumentare le tariffe in ogni momento quando gli investimenti non siano abbastanza proficui. In pole position per diventare proprietario di uno dei pochi beni che lo Stato, in vece nostra, non ha ancora privatizzato ci sono grandi multinazionali, soprattutto francesi e svizzere.
Domenica due auto e un camioncino degli aderenti ai comitati dell’acqua (che non sono partitici, ma trasversali) hanno girato la Valsassina da Introbio a Pagnona per incontrare le popolazione e ricordare che il 12 giugno andando a votare sì nei referendum, si farà sapere ai politici che "l’esproprio non è gradito".
Sotto il gruppo a Pagnona.