Il secondo referendum in ordine di tempo e sicuramente d’importanza per l’argomento trattato è stato quello sul divorzio, nel 1974 dove il quorum raggiunto è stato del 87,7 % e in quell’occasione i favorevoli al divorzio hanno vinto con un 59.3% delle preferenze.
Quorum raggiunto anche nel 1978 per i referendum sulla legge reale sull’ordine pubblico e il finanziamento pubblico dei partiti, nel 1981 con i referendum sull’antiterrorismo, ergastolo, porto d’armi e aborto, cosi come nel 1985 il 78% degli italiani sono andati a votare per abolire la scala mobile.
Grande partecipazione (65%) ai referendum sulla localizzazione delle centrali nucleari del 1987 che ha visto vincere il sì (ossia il non gradimento al nucleare), ma il quorum è stato raggiunto in altri quesiti negli anni 1989, 1991, 1993, 1995 e sfiorato nel 97, in tutti questi referendum i temi proposti ai votanti erano importanti e di grande rilevanza come sono quelli su cui gli italiani andranno a votare il prossimo 12 e 13 giugno.
Niente quorum nel 90, 97, 2000, 2003 e 2005 ma gli argomenti proposti a votazione popolare erano di scarso interesse per la popolazione.
I quattro quesiti proposti per il 12 e 13 giugno riguardano: la privatizzazione dell’acqua (scheda rossa e gialla) con i primi due (si vota SI se non si è d’accordo, si vota NO se si è favorevoli al passaggio della gestione in mani private), la produzione di energia nucleare (scheda grigia) (si vota SI se non la si vuole in Italia, si vota NO se si è favorevoli alla creazione di centrali nel nostro territorio), mantenimento del legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri (scheda verde) (si vota SI se non si è d’accordo, si vota NO se si è favorevoli).
Per quanto riguarda la privatizzazione dell’acqua, il primo quesito è di carattere generale: privatizzazione di servizi tradizionalmente gestiti dallo Stato, dalle amministrazioni comunali, ecc… ; il secondo quesito, invece, è più specifico: in pratica riguarda una norma che obbliga i privati di alzare il prezzo dell’acqua per remunerare del 6% gli investimenti fatti nel servizio, ossia un profitto garantito.
Di seguito il comunicato del Ministero dell’Interno
Pubblicati nella Gazzetta ufficiale del 4 aprile 2011 i decreti presidenziali che indicono i referendum popolari i cui comizi elettorali sono convocati per il giorno di domenica 12 giugno 2011, con prosecuzione delle operazioni di votazione nel giorno di lunedì 13 giugno 2011.
Le denominazioni sintetiche, formulate dall’Ufficio centrale per il referendum costituito presso la Corte Suprema di Cassazione, in relazione a ciascuno dei quattro quesiti referendari dichiarati ammissibili:
a) referendum popolare n. 1
Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici di rilevanza economica. Abrogazione;
b) referendum popolare n. 2
Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma;
c) referendum popolare n. 3
Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme;
MODIFICATO DALLA CASSAZIONE (1° giugno 2011):
Titolo: Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare.
Quesito: Volete che siano abrogati i commi 1 e 8 dell’articolo 5 del dl 31/03/2011 n.34 convertito con modificazioni dalla legge 26/05/2011 n.75?
Comma 1: Allo scopo di acquisire ulteriori evidenze scientifiche sui parametri di sicurezza, anche in ambito comunitario, in relazione alla localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, per un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto resta sospesa l’efficacia delle disposizioni degli articoli da 3 a 24, 30, comma 2, 31 e 32 del decreto legislativo 15 febbraio 2010,n.31
Comma 8: in sintesi, prevede entro un anno l’adozione della Strategia energetica nazionale (ndr).
d) referendum popolare n. 4
Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale.
IN TUTTI I QUATTRO REFERENDUM SI VOTA SI SE NON SI E’ D’ACCORDO,
SI VOTA NO SE SI E’ FAVOREVOLI