Partiamo da quest’ultimo evento: in occasione della celebrazione del 150° anniversario dell’Unita’ d’italia, Introbio ha organizzato una cerimonia per la posa della targa dedicata alla intitolazione di piazza Cavour e via Vittorio Emanuele II. Tanta gente e al termine della cerimonia un buffet per tutti gli intervenuti. Nella parte bassa di questa pagina il discorso inaugurale tenuto dall’assessore comunale Gianfranco Magni.
[foto Gerry Calvanese]
A Pagnona festa grande, sempre domenica, quando è stato festeggiato don Michele Buttera [foto a destra >>>], giovane sacerdote che ha ricevuto l’ordinazione sabato scorso nel Duomo di Milano, Gioia nella locale parrocchia di Sant’Andrea dove Buttera ha celebrato messa alle 10:30. In serata, festeggiamenti dopo la processione per le vie del paese
Infine a Vendrogno inaugurata la nuova sede municipale (ma gli uffici verranno trasferiti materialmente il prossimo 19 giugno) e la chiesetta di Lornico.
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INTROBIO/IL TESTO DEL DISCORSO DELL’ASSESSORE G.F. MAGNI:
Signore, Signori, Autorità, in questa occasione innanzi tutto dobbiamo portare il nostro pensiero e la nostra gratitudine a tutti coloro che hanno calpestato il suolo di questo paese e che a vario titolo, con impegno, sacrifici, dolori e rinunce, diedero perché ci fosse la nazione Italia.
Il ricordo di molti patrioti, in ogni modo grandi ed eroi, si è perso nei tornanti della storia.
Emblematicamente però li vogliamo ricordare tutti, ricordando alcune cose pubbliche di chi fra loro ha lasciato più tracce nella storia locale.
Sfogliando qua è la nel libro " in memoria di Giuseppe Arrigoni ", edito nel 1916 dal Comitato Valsassinese per un ricordo a G. Arrigoni, ritroviamo alcune testimonianze della vita di questo ingegnere Introbiese, che sindaco nel 1859 volle la lapide originaria che oggi celebriamo.
Infatti nel predetto libro si legge che: " nel marzo del ’59 andò a Torino < > Appena gli eserciti liberatori furono in Lombardia fece porre sulla piazza di Introbio quella lapide: Pel primo in Italia (12 giugno 1859) il municipio di Introbio dedicò questa piazza al conte C Cavour ……… "
Le pagine del libro ci ricordano anche che " il 2 giugno 1861 fu organizzata una grande festa patriottica ad Introbio per celebrare la prima festa del regno e dello statuto. L’Arrigoni vi pronunciò un discorso che fu pubblicato …… . Vi parlava di nazionalità con enfasi e colorito mazziniano, vi riassumeva le lunghe sventure d’Italia, il lungo martirio, l’opera assidua, instancabile dei patrioti italiani e terminava augurando la liberazione della Venezia e di Roma. "
Il professor Fermo Magni sindaco di Introbio nel 1913 in occasione della inaugurazione della lapide allo storico della Valsassina, fra l’altro disse " noi lo ricordiamo, Giuseppe Arrigoni, lo studioso appassionato, il mazziniano ardente, il patriota disinteressato, il valsassinese che, sacrificando la sua famiglia, se stesso, i suoi averi, si dedica tutto al bene della sua valle curando uffici, strade, miniere, torrenti, boschi, ogni cosa."
L’onorevole Mario Cermenati di Lecco, sempre in detta occasione, riferisce che " La italianità dell’Arrigoni rifulse in quattro periodi della sua vita, che corrispondono ad altrettanti periodi della storia della Lombardia e dell’Italia: il periodo della prima preparazione e quello della riscossa gloriosamente sfortunata; il periodo della seconda preparazione e quello della rivincita felice, della Lombardia liberata, del regno d’Italia finalmente costituito. Nel periodo della preparazione egli fu seguace, nello spirito patriottico e unitario, di Giuseppe Mazzini, ed esplicò la sua aspirazione alla libertà seguendo la dottrina di Carlo Cattaneo, il quale predicava con l’esempio che la redenzione doveva esser il frutto della elevazione intellettuale, del progresso letterario, scientifico e tecnico, del ringiovanimento delle arti. "
Ebbe a dire in detta occasione l’allora Ministro della Pubblica Istruzione on. Luigi Credaro, grande valtellinese, pochi anni fa definito dal Corriere della Sera come “ uomo pubblico, dotato di una particolare competenza ….. un italiano d’altri tempi”, che "Giuseppe Arrigoni che aveva passato parte del suo esilio in Svizzera, ben sapeva che l’istruzione è il primo elemento del progresso civile di un popolo, ed aveva constatato come in quel paese essa veniva coltivata con somma cura e con le migliori attenzioni."
Don Mezzera era cappellano a Introbio nel 1867, anno di morte dell’Arrigoni. Nella sua orazione funebre disse: "l’amor di patria egli lo intendeva non come un titolo per disegni di ambizioni, ed a avvantaggiare la propria fortuna, ma quale un dovere che domanda sacrifici di tutto questo….. Se in pochi anni la Valsassina dapprima giudicata alpestre e quasi lasciata in abbandono per le sue vie difficili ed aspre, ora cambiato aspetto è diventata ameno soggiorno, per le sue acque minerali, la sua aria salubre, in gran parte è dovuto allo zelo del nostro ingegnere. "
L’Arrigoni e tutti gli altri patrioti sono per la nostra nazione dei Numi Tutelari, per noi un esempio da seguire e ricordare.
Con questa celebrazione, in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia, vada a tutti i patrioti, la nostra riconoscenza