Il tema è piuttosto complicato, tecnico e pieno di sfumature. Cerchiamo di sintetizzare: si parla del controllo politico sulla gestione delle risorse idriche; nell’assemblea dei sindaci che danno vita all’ex ATO è stata proposta una mozione che bocciava l’istituzione della "nuova" Azienda in base ad una legge regionale che restringe il numero dei Comuni che in qualche modo "governano" l’acqua pubblica, dando spazio all’amministrazione provinciale. La mozione ha raccolto la maggioranza dei voti dei paesi (30 su 54) grazie alla coesione del blocco dei centri "di centrosinistra" – ma non solo. Uno smacco per la Provincia, il presidente Nava l’ha presa male, definendola "una decisione grave e irresponsabile".
Al di là delle motivazioni (i Comuni ‘ribelli’ ritengono probabili eventuali modifiche della legge regionale di riferimento da parte della Corte Costituzionale) è interessante analizzare le posizioni prese dai rappresentanti dei paesi valsassinesi: a favore della mozione che ha ricevuto alla fine quasi il 60% dei voti dei presenti hanno votato Ballabio e Cremeno.
Nel campo opposto, il primo ad alzare la mano dichiarando "Io sto con l’assessore" (Signorelli, ndr) è stato il sindaco di Vendrogno Acerboni; come lui si sono espressi, perdendo la battaglia, primi cittadini e delegati di Primaluna, Cortenova, Pagnona e Moggio.
"Singolare" ha commentato uno dei presenti "come tanti paesi nei quali si è registrata un’ampia percentuale di votanti ai recenti referendum sull’acqua pubblica si siano poi schierati dalla parte di una forma di rappresentanza che tende ad escludere proprio i piccoli Comuni".